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giovedì 19 giugno 2008

Lobbista, è donna


Di Trippi

Altro che stanze dei bottoni fumose per i sigari, le anticamere di un tempo (in inglese lobby) ora sono corredate con belle signore che dell’arte della persuasione hanno fatto mestiere. Si scopre così che il mondo delle relazioni esterne e delle comunicazioni istituzionali profuma di donne che lavorano per stipendi normali intorno alle14 ore al giorno. Si inizia con 1200 euro netti al mese, ma si fa carriera in fretta con il giusto talento si può arrivare a compensi nell’ordine dei 200 mila euro l’anno! Il rischio è il solito, vista la necessità di essere disponibili anche agli orari più assurdi, perché bisogna seguire il funzionario giusto con il look giusto sia sul campo da golf che al vernissage, che la propria professionalità venga scambiata per “disponibilità”.
Le Mrs Lobby, in un ambiente in cui la puzza di sigaro alla fin fine è predominante, possono giocare sul filo delle capacità di persuasione e organizzative tipicamente femminili.
Diamo un po’ di numeri:
a Washington ci sono 35 mila lobbisti (sono schedati in tutti i sensi, infatti devono dichiarare sia quanto guadagnano che clienti e politici incontrati).
A Bruxelles 15mila.
In Italia dovrebbero esserci un migliaio di lobbisti, ma nel paese degli ordini e degli albi in questo caso non esiste l’obbligo di registrazione o una regolamentazione di alcun tipo.

Un esempio di azione di lobbyng che ci tocca da vicino? Vi ricordate il disegno di legge dello scorso anno sull’obbligo di registrazione come testata anche per i blog, quello per cui i blogger sarebbero stati equiparati agli editori ? Non arivò in parlamento per l’intervento lobbistico che scatenò il popolo internet!! Me per prima!

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