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Di
Trippi
Quando mi capita di parlare dei posti di lavoro in cui mi sono trovata davvero a mio agio 2 su 3 erano ad alto tasso di testosterone. Sono sempre stata consapevole del fatto che non si tratta di una casualità. L’ho già detto altrove e qui lo ribadisco, nei rapporti tra donne, che siano lavorativi, ma anche di amicizia o sorellanza, subentra spesso la rivalità piuttosto che la complicità. La competizione spesso è sterile e non costruttiva come accade con gli uomini e gli scontri professionali ci mettono due secondi a scivolare sul personale. Anche la più piccola schermaglia verbale degenera troppo spesso in un melodramma, in una sceneggiata con tanto di pianti e prefiche!! Tipico di noi donne, poi, perdere di vista il senso della misura, la proporzione delle cose e tendere a ingigantire il tutto. Confesso in quest’arte io sono una maestra, ma in genere la limito ai rapporti familiari e affettivi in genere. Sono abilissima a creare dei casi umani e fare leva sul senso di colpa del mio interlocutore. Ne sa qualcosa il mio ex, che persino dopo la rottura è stato capace di tornare a Milano dalla Svizzera, sul cui suolo aveva poggiato le gomme della sua auto sanguisuga, per dare una mano alla sottoscritta qui scrivente e raccontante, che al telefono lo aveva rimproverato di non essere sufficientemente disponibile a portarle su per 5 piani di scale il frigorifero nuovo! Per poi scoprire, una volta macinati 200 e rotti km di rientro, che il frigo l’avevano portato su il quasi nuovo fidanzato e un amico e trovarsi a dare una controllatine alla mia auto che emetteva strani rumori, giusto in modo da non doversi poi sentire rimproverare un viaggio a vuoto!
Nel mio posto di lavoro attuale, che -come ho spiegato altrove- è tanto visibile quanto di infimo interesse, sono assunta con un livello che è persino più basso rispetto a quello delle apprendiste 20enni. Per svolgerlo si può mandare il cervello in stand by e lo potrebbe fare persino Omer Simpson, che come si sa ha un pennarello nel cervello che lo rende demente e incosciente al punto giusto. Il ruolo insomma è talmente stupido e elementare che Chica mala ha ribattezzato le mie colleghe “stelle marine”. Ecco questo è quello che faccio anche io, la stella marina! Lo dico senza orgoglio ne vergogna. Penso sia più dignitoso lavorare che farsi mantenere, e quando uno lavora, per quanto svolga un mestiere umile, sia da apprezzare se non altro per lo sforzo. In questo settore, sono fuori età oltre che un pesce fuori dall’acqua, un po’ perché abituata a ruoli di responsabilità, un po’ perché l’età e le mansioni svolte in passato mi devono aver dato quella sicurezza di me che può apparire spocchia insopportabile agli occhi di una ventenne (e non solo). Tendo a prendere il lavoro più seriamente, ma anche a sdrammatizzare e/o ridimensionare cose/fatti/persone e avvenimenti che quando ero più giovane pesavo con la bilancia dell’emotività piuttosto che con quella della razionalità. Questo meraviglioso posto che tutti sognano e questo ruolo che tutti vorrebbero ricoprire mi è stato trovato da Chica mala in un momento in cui lei aveva bisogno di personale e io nuotavo in brutte acque, e ci sto affogando tuttora. La posizione mi allettava perché lavorando a cottimo avrei potuto raggranellare un po’ di quei soldini che mi servivano per tirarmi su. Ed è quello che ho fatto negli ultimi mesi, ho lavorato a cottimo per coprire non solo i miei turni, ma anche le assenze delle colleghe (per malattia o altro). Niente da recriminare, quando si accetta un lavoro lo si prende con i pro e i contro, con la consapevolezza e la speranza che fuori ci sono altri posti, ma non è detto che le cose funzionino diversamente. Tra i pro: sto rispolverando le lingue straniere, che per la mancanza di esercizio erano ormai evaporate dal mio cervello, il loro spazio ormai occupato dal pennarello di Omer; sono passata da un contratto a ore a uno dipendente, con tredicesima, quattordicesima, ferie e malattia pagate; lavoro con Chica mala e Pytta, un po’ come stare in vacanza tutto l’anno, il cervello ha comunque i suoi stimoli!
Tra i lati oscuri del posto di lavoro: l’alto tasso di estrogeni fa in modo che ogni settimana ci sia una donna con il ciclo e i nervi a fior di pelle.. ruota non solo il turno per il ciclo mestruale, ma anche quello di vittima sacrificale. Una volta l’una, una l’altra si diventa il grattatoio su cui si rifà le unghie il branco di gatte! Il processo prosegue anche dopo essere andati via, così settimana scorsa ci siamo affilate gli artigli su burqa, che ha lasciato il nido ormai da un mese, stamattina invece lo ero io, classificata come la miss raccomandata (per i motivi di cui sopra) da una conversazione in messenger lasciata -incautamente- aperta sul pc tra una collega che lavora qui e una che è andata via tra i festeggiamenti di tutte poco più di due mesi fa. Certo che se tanto mi da tanto, e quella che aveva litigato con tutte e da tutte era soprannominata la vipera può fare commenti caustici su ex colleghe, manifestando una parvenza di nostalgia e la voglia di rincontrare anche quelle che, ricambiate, non la sopportavano... magari un giorno sarà così anche per me e le stelle marine mi sembreranno delle stelle comete!
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