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mercoledì 31 marzo 2010

Gli incentivi 2010 - Disponibili fino ad esaurimento

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Con il decreto attuativo firmato dai ministeri per lo sviluppo economico, dell'ambiente e dell'economia si chiariscono le modalità con cui saranno concessi gli incentivi per 300 milioni complessivi.
Riguarda case ecosostenibili (in realtà, come sottolineato da Adiconsum è difficile trovare applicazione a questa parte, visto il numero irrisorio di immobili classe A), ciclomotori, linee adsl per giovani tra i 18 e i 30 anni, cucine componibili ed elettrodomestici, motori per la nautica e alcuni prodotti industriali quali inverter, gru ponte per l'edilizia, rimorchi e macchine agricole, motori elettrici.
La scadenza ufficiale è il 31 dicembre 2010, ma gli incentivi saranno disponibili fino ad esaurimento degli stanziamenti per ciascun settore.




Per farne richiesta gli acquirenti potranno rivolgersi direttamente al rivenditore presso il quale effettuano l'acquisto, sarà lui a contattare un apposito call center delle poste (attivo presumibilmente dal 6 aprile stesso), per verificare la disponibilità dei fondi, applicare gli incentivi in caso affermativo e richiedere poi il rimborso agli sportelli postali.

Ma vediamo nel dettaglio le novità dalla tabella del decreto attuativo a vantaggio dei nuclei familiari.

Cucine
Lo stanziamento per le cucine complete ammonta a 60 milioni di euro, ed è previsto uno sconto del 10% sul prezzo di listino fino a un massimo di 1000 euro.

I requisiti prevedono che si sostituisca una vecchia cucina, che i mobili abbiano una scehda identificativa dle prodotto in legno, che siano rispettate le norme sull'emissione di aldeide formica, che sia presente la valvola di sicurezza per i piani cottura e che siano presenti almeno due elettrodomestici ad alta efficienza, oltre che essere predisposizione per la raccolta differenziata.

Elettrodomestici
Il fondo ammonta a 50 milioni di euro ed è previsto uno sconto è del 20%, con un contributo massimo che varia da 80 a 500 euro a seconda della categoria del prodotto:
• fino a 130 euro (per la sostituzione di vecchi apparecchi una lavastoviglie non inferiore alla classe A/A/A)
•fino a 80 euro (per la sostituzione di vecchi appareccchi forni elettrici non inferiori alla classe A, e piani cottura con dispositivo FSD)
• fino a 100 euro (per la sostituziome di vecchi apparecchi con cucine a gas)
•fino a 500 euro (per la sostituzione di vecchi apparecchi con cappe climatizzate)
•fino a 400 euro (per la sostituzione di vecchi apparecchi con pompe di calore per acqua calda con COP ≥ 2.5)
Non sono compresi nel decreto lavatrici e frigoriferi sui quali si applicano ancora gli incentivi dell’anno scorso.

Moto e scooter
sono disponibili 10 milioni di euro e se siete davvero interessati all'acquisto conviene muoversi subito, perchè gli sconti potrebbero esaurirsi in due settimane.


Ci sono due tipologie di incentivi:


Uno per scooter e moto "euro 3" con limite di potenza entro i 70 kw (cilindrata massima 400cc): cui si applica uno sconto del 10% sul prezzo di listino fino a un massimo di 750 euro. Per poterne beneficiare occorre rottamare un vecchio due ruote (necessariamente “euro 0” o “euro 1”).

Uno per motocicli elettrici e ibridi. In questo caso lo sconto raddoppia al 20% con un limite massimo di 1.500 euro. Non è necessaria la rottamazione.



Adsl
il fondo ammonta a 20 milioni di euro e possono beneficiare dell'incentivo di 50 euro giovani tra i 18 e i 30 anni che fanno una nuova attivazione.


Attenzione
Per evitare brutte sorprese e scoprire di non aver diritto al bonus SOLO DOPO aver comprato, Adiconsum consiglia di confermare l'acquisto solo dopo aver accertato l’accoglimento della domanda di bonus da parte di Poste Italiane, incaricate di gestire i fondi.


lunedì 29 marzo 2010

La diga della discordia. Esportazione di Ecologia?


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Colossi dai piedi d'argilla costruiti sulle terre di chi non ha possibilità di decidere o esportazione di ecologia?

L'italiana Salini Costruttori ha iniziato i lavori per la costruzione della Gibe 3, una gigantesca diga, la più grande mai costruita in Africa, grazie alla vittoria di una gara di appalto in cui era l'unica candidata.


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Obiettivo dichiarato: rendere il paese africano il primo produttore ed esportatore di energia elettrica del continente.

Ma questa struttura, secondo il paleontologo ed ecologista keniano Richard Leakey, metterebbe a rischio la sopravvivenza delle popolazioni che basano la propria esistenza sui cicli del fiume arrivando ad abbassare persino il livello del lago Turkana (già in pericolo di suo).

Una denuncia di Survival mette l'accento sulle conseguenze drammatiche nei confronti delle popolazioni indigene della Valle dell'Omo, le quali non sarebbero state informate di quanto sta avvenendo e vedrebbero evaporare le loro fonti di sostentamento. Infatti l'economia delle tribù a ridosso del fiume dipende in larga parte dalle alluvioni del fiume, che detta i tempi della semina e del raccolto. Senza le piene l'ecosistema ne uscirebbe gravemente alterato, causando siccità e danni incalcolabili alla capacità di sussistenza.

Gli accordi sono stati presi direttamente dall'azienda italiana e le autorità etiopi per la realizzazione di opere destinate alla produzione di energia "ecologica". La prima tranche di opere: un tunnel tra due fiumi nella valle dell'OMO costruito con i fondi della coooperazione italiana (220 milioni di euro). Dopo una controversa stima di impatto ambientale la realizzazione della struttura, Gibe 2, l'inaugurazione in diretta tv con tutto l'apparato statale locale in pompa magna e il nostro ministro Frattini. Peccato che la megaopera si sia impiantata dopo solo 2 settimane di funzionamento. Turbine in panne e tanti saluti all'energia elettrica ecologica per le popolazioni locali, che conoscono l'arte di arrangiarsi.

La Salini, dal canto suo, risponde all'attacco bollandolo come "grossolano errore" nel calcolo della capacità dell'invaso della diga da parte di "soliti nomi" contrari a impianti idroelettrici per "fede". Tranquillizza sull'impatto ambientale della struttura, ma avvisa che pur lasciando aperti i propri siti e blog alla critica e alla discussione non esiterà a ricorrere in giudizio se dovessero esserci attacchi diffamatori all'azienda stessa e ai propri tecnici.

Siamo tutti per lo sviluppo sostenibile, figuriamoci nelle aree depresse del pianeta. Ma viene in mente un'altra area, depressa dopo una catastrofe. Mi auguro che questi signori abbiano davvero fatto tutti i controlli necessari per la valutazione dell'impatto ambientale.

Dighe solide, infatti, non bastano da sole a garantire il futuro delle popolazioni locali.

Viene automatico il ricordo del Vajont, quando la diga rimase su, gigante solidissimo di cemento armato, fu la montagna a crollare sulla vita della gente della valle.



Qui sotto la prima parte di un documentario della BBC sulla diga della discordia

venerdì 19 marzo 2010

Felice di nome e di fatto



Lo sarei anche io se accumulando spazzatura avessi preso il proverbiale uovo oggi 460 milioni per il suo lavoro) e la gallina domani, la faraonica cifra di 1369 euro al giorno!

Eppur gli spetta all'Avv Felice Crosta! così ha decretato la corte dei conti in seguito alle ovvie contestazioni. E non dite l'ovvietà che è uno schiaffo alla povertà, si sa che di questi tempi la spazzatura vale oro.
In un paese in cui non ci stupisce più di niente, l'ex vicecommissario per l'emergenza, poi capo dell'agenzia siciliana per i rifiuti, avrà pensato con leopardiana memoria che se anche nel deserto può spuntare una ginestra perchè non assicurarsi il futuro con lo smaltimento della monnezza, oltre un bel reddito?

Se poi l'operazione non riesce, ma serve solo a far salire il deficit della regione Sicilia e porre l'emergenza al livello di quella napoletana, vabbuò che sarà mai. Tanto paga Pantalone.
Pensato, promulgato e fatto. Grazie alle porcate legislative della giunta Cuffaro, con la promulgazione di un emendamento che fa computare lo stipendio d'oro come base per la pensione l'ex burocrate siciliano si è aggiudicato un futuro al riparo da ogni preoccupazione o mal di capo.

"Non si tratta certo di un regalo, io ho lavorato per 45 anni", si difende l'avvocato!

Come dargli torto? In Sicilia si può andare in pensione dopo 25 anni di onorato servizio, ovviamente a carico del bilancio statale, visto che la regione non ha mai creato un fondo apposito.
In questi casi altro che federalista, divento proprio separatista. Via i rami secchi please!


giovedì 18 marzo 2010

Viva La Rai, dimmi da quale parte stai


L'articolo di Cesare Buquicchio su L'Unità che riporta l'iniziativa «La Rai senza talk show, ma si paga lo stesso - Il mio mese di canone per la scuola o i precari», sta avendo successo.
le associazioni dei consumatori danno voce agli abbonati Rai che si sono visti privare dei talk Show di approfondimento politico in concomitanza con le elezioni regionali.

Diciamolo, già la Tv di stato non è un granchè, oltre a farci pagare la gabella ci inonda di pubblicità tanto quanto le reti commerciali, ci propone un'informazione falsata da una parte o dall'altra, ci propina da decenni le solite cariatidi con i loro ritriti schemi di varietà e non vado oltre visto che preferisco stare sulle rive si Sky quindi ben poco conosco i palinsesti. Vedersi togliere l'unica cosa decente e di rilevanza in termini di informazione è un motivo più che valido di incazzarsi.

La proposta è molto semplice, lanciare una Class Action per la restituzione di un dodicesimo di canone. Non un vero e proprio rimborso, badate bene quanto meno la RAI abbia la buona creanza, visto che i suoi utenti sono stati defraudati di destinare l'importo a nobili inizative quali finanziare la scuola e sostenere i precari, ad esempio.

In fin dei conti, come dicono alcuni lettori "sono soldi pubblici, allora fateci qualcosa di utile".

Chissa' se verrà fuori qualcosa di buono, intanto un urlo di incitamento a "Mammà":






mercoledì 17 marzo 2010

Dichiarazione dei redditi - modello 730/2010



di Trippi

Puntuale come i monsoni, ogni anno arriva la stagione delle tasse, dei balzelli e delle gabelle. Eh si, è tempo di 730 per i redditi del 2009 da fare se: siete lavoratori dipendenti con più modelli CUD (anche a tempo determinato con contratto cocopro e a progetto), avete percepito redditi da lavoro autonomo senza la partita IVA, avete uno o più immobili di proprietà, se avete delle spese sanitarie da scaricare, acquisto di frigoriferi o congelatori, abbonamenti dei mezzi, ma anche affitti di figli all'università.
Se i vostri redditi derivano da partecipazione d'impresa, lavoro autonomo con partita IVA, da plusvalenze derivanti da cessioni di partecipazioni in paesi a fiscalità privilegiata i cui titoli non sono negoziati in mercati regolamentati dovete presentare il modello UNICO 2010.
Ecco le scadenze per la presentazione del 730/2010:
• 30 aprile se viene presentato al sostituto d'imposta (datore di lavoro, ente pensionistico),
• 31 maggio se viene presentato al Caf o al professionista abilitato (commercialista ecc.).
Grazie a una e-mail che me lo ricordava, ieri pomeriggio ho fatto la prenotazione telematica per la compilazione presso il CAAF della Cgil (dove vado da anni perchè usufruisco di uno sconto in quanto socia Coop). Il sistema è comodissimo si può scegliere data e orario con tutta tranquillità senza la pressione di un call center.

Dopo una breve attesa (dovuta probabilmente al mio server di posta e non al servizio) ho confermato la prenotazione cliccando su un link nella e-mail di conferma e mi è arrivata la lista dei documenti necessari e delle spese detraibili. a partire da luglio il sostituto d'imposta, il vostro datore di lavoro, detrarrà gli importi dovuti (rateizzabili) o vi accrediterà i rimborsi IRPEF nella busta paga. Piango ancora quando penso all'emorraggia di soldi pagata lo scorso anno per i miei 3 lavori da fame del 2008, ma quest'anno spero di rifarmi, tra le fatture per l'intervento di correzione della miopia (tremila euro) e altre spese sanitarie del 2009 (ricordate di portare copia di scontrini, impegnative e ticket, e l'assicurazione auto) dovrei recuperare qualche soldino.
Vi farò sapere.

Dal sito dell'agenzia delle entrate potete scaricare il modello 730 (con le modifiche apportate il 16 febbraio scorso) e le istruzioni per la compilazione, nel caso in cui vogliate fare da soli.


Aggiornamento del 12 aprile
dichiarazione fatta. Come immaginavo sono a credito e i soldi mi verranno accreditati direttemente nella busta paga di luglio. Come socia Coop ho versato 58 euro per la compilazione al CAF della CGIL, ma devo dire che ne vale la pena.
ho fatto la fesseria, però di non portare con me il contratto d'affitto. Avrei potuto recuperare altri 15o euro. Infatti per la mia fascia di reddito, superiore ai 15mila e inferiore ai 30 mila euro (sopra la quale non si ha diritto alla detrazione) circa è possibile avere una detrazione che ammonta a quella cifra!
Ecco come funzionano le detrazioni per gli affitti.
QUADRO E - SEZIONE VI
DETRAZIONI PER CANONI DI LOCAZIONE
Il bonus per l'affitto - In questa sezione si trovano le detrazioni per gli inquilini per l'affitto della prima casa. Si tratta di un vero e proprio bonus per cui, in tutti i casi in cui non ci fosse sufficiente capienza nell'imposta la somma in più viene comunque restituita in busta paga. La detrazione è riconosciuta anche se nel contratto non è riportato il riferimento alla legge 431/98 a patto che si tratti di abitazione principale. Questo requisito si può autocertificare. L'agevolazione fiscale, inoltre, è riconosciuta solo al titolare del contratto e il contratto d eve essere registrato. La detrazione è riconosciuta a patto di avere un reddito complessivo non superiore ai 30.987,41 euro. In caso di più intestari il bonus va diviso fra tutti.
Le diverse opzioni - Il rigo E41 deve quindi essere compilato dai i titolari di contratti di locazione di immobili utilizzati come abitazione principale che si trovano in uno dei seguenti casi, indicando i rispettivi codici:
- 1 per chi ha stipulato un contratto libero, 4 4 o per uso transitorio;
- 2 per chi ha un contratto a canone convenzionale, ossia 3 2 o per studenti;
- 3 se si ha un’età compresa fra i 20 ed i 30 anni. In tal caso è necessario che l’unità immobiliare sia diversa da quella destinata ad abitazione principale dei genitori o di coloro cui sono affidati.
I contratti liberi - Se il caso è quello individuato dal codice ‘1’ la detrazione è pari a:
– 300,00 se il reddito complessivo non supera euro 15.493,71;
– 150,00 se il reddito complessivo è superiore a 15.493,71 euro e non superiore a 30.987,41 euro.
I contratti a canone concordato – Anche questa detrazione, in vigore ormai da anni, varia in base al reddito, e riguarda gli intestatari di contratti di locazione di immobili utilizzati come abitazione principale a canone concordato. Il risparmio d’imposta è pari a 495,80 euro se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro oppure a 247,90 euro se il reddito complessivo è superiore ma entro 30.987,41 euro. Oltre non spetta alcuna detrazione.
I giovani che vanno a vivere da soli - La detrazione è ammessa per tutti i tipi di contratti a norma di legge (purchè registrati). La detrazione prevista è di 991,60 euro e verrà attribuita dal soggetto che presta l’assistenza fiscale solo se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro. La detrazione spetta per i primi tre anni dalla stipula del contratto.
Per chi si trasferisce per lavoro – Nel rigo E42, invece, vanno inseriti i dati per la detrazione prevista per i lavoratori dipendenti che trasferiscono la residenza per motivi di lavoro. L'agevolazione spetta solo per i primi tre anni di trasferimento, purché il nuovo comune di residenza sia distante non meno di 100 km dal precedente e comunque al di fuori della propria regione. La detrazione è di 991,60 euro se il reddito complessivo non supera euro 15.493,71; o di 495,80 euro se il reddito complessivo è più elevato ma non supera i 30.987,41 euro.
Le agevolazioni non si sommano ma si può scegliere quella più conveniente - Le detrazioni appena viste non sono cumulabili. Si può però scegliere di usufruire di quella più favorevole, compilando esclusivamente il rigo relativo.

lunedì 15 marzo 2010

La spesa online



di Trippi

Ieri sera la mia amica siciliana, che tempo fa mi chiese consigli per la costruzione di un sito online per la vendita di prodotti freschi coltivati e realizzati nell'impresa di famiglia, mi ha consegnato il volantino per il lancio dell'iniziativa. Grazie al sito raccolgono gli ordini e spediscono in tutta Italia arance rosse di Sicilia freschissime, spero inizino a commercializzare presto anche il loro olio, che ho avuto modo di provare ed è spettacolare.

I prezzi sono davvero buoni e comprendono la consegna (con l'aquisto minimo di due casse). Ovviamente più casse si acquistano più conviene, ecco perchè sarebbe meglio organizzare la spesa con diversi nuclei familiari o tra colleghi di lavoro.

Internet e lo shopping online hanno ormai preso piede non solo tra gli acquirenti più tradizionali e conservatori ma anche tra i venditori e produttori che per antonomasia rientrano nella categoria: gli agricoltori!
Il risparmio, grazie al taglio sui vari passaggi e intermediari, è notevole su diversi prodotti. Così mentre per l'elettronica, le assicurazioni e i viaggi i numerosi affictionados dell'acquisto telematico sono ormai clienti che difficilmente torneranno al banco, un altro discorso è l'acquisto del fresco, dove le resistenze e la diffidenza sono ben radicate. Ma sono fiduciosa che la comodità del servizio e la possibilità di acquistare direttamente dal contadino (anche se a distanza) si affermeranno a breve.
Nelle grandi città, dove la scelta e la concorrenza fanno scegliere spesso il fornitore che offre il miglior servizio, la consegna a domicilio della spesa è fatto acquisito da anni.
Iniziata con le pizze e i pranzi, è proseguita con le catene dei supermercati che salvano il tempo o le braccia a persone superimpegnate, una comodità cui non sapremmo più rinunciare!

Così quando non si ha tempo o si diventa matti a stare in fila alla cassa si può fare la spesa dal pc di casa o del lavoro, digitando la fascia oraria di consegna e stabilendo se si preferisce pagare con carta di credito piuttosto che con bonifico o contrassegno.
Ci sono provincie, poi, come quella di Milano, che incentivano l'acquisto online con convenzioni e sconti per ridurre l'impatto ambientale. Attraverso accordi tra aziende e provincia, i dipendenti degli enti e delle società aderenti possono a ottenere il 70% di sconto grazie a campagne volte a promuovere una mobilità sostenibile.
Belle iniziative che andrebbero estese su tutto il territorio nazionale non solo alle aziende, ma anche a gruppi condominiali!

Ma se, anche senza incentivi, per semplice pigrizia o idiosincrasia della coda o del parcheggio, siete interessati comunque a

•risparmiare il costo del carburante,
•guadagnare tempo evitando di recarsi al supermercato, parcheggiare e comprare,
•produrre meno inquinamento,
•non dover possedere un’auto per andare al supermercato e caricare la spesa


ecco la lista e il link di alcune tra le catene di supermercati più diffuse con le quali si può usufruire del servizio di consegna a domicilio.

Clicca il pomodoro Esselunga

Drive Auchan (Torino)

La spesa che non pesa Coop (Roma, all'interno del raccordo anulare)

Prontospesa di Crai (Torino)

Se conoscete altri siti online con cui vi trovate bene, segnalateli e li aggiungo alla lista.


martedì 9 marzo 2010

La cassa integrazione passa a 18 mesi





Leggo una bella notizia su Il Salvagente: con un emendamento bipartisan approvato in commissione lavoro viene modificato il testo base sugli ammortizzatori sociali.

La CIG allunga la sua durata massima da 52 a 78 settimane (da 1 anno a uno e mezzo) in via sperimentale per il 2010/2011. Giusto ieri abbiamo parlato della situazione disperata nell'isola dei cassintegrati, all'Asinara che confermano i dati INPS appena usciti sulla progressione geometrica del ricorso agli ammortizzatori sociali da parte delle aziende.

Era un provvedimento inderogabile, ora mi auguro che possano avere le stesse possibilità, o perlomeno un paracadute i disperati con contratti atipici e i lavoratori a partita IVA.
E' chiedere troppo?

Trippi


lunedì 8 marzo 2010

Al nostro fianco

di Chica Mala

C'è "qualcuno" che ci da credito.

E' da un po' di giorni che girano i nuovi spot di Intesa San Paolo. Toccano il cuore di noi italiani, c'è tanto buonismo, storie vere, della crisi che schiacchia i piccoli imprenditori, dei ricercatori costretti a lavorare all'estero ma che vorrebbero dare un apporto concreto al loro amato paese, dei giovani con i sogni nel cassetto.

Non so cosa pensare. la prima volta che ho visto lo spot del ricercatore pensavo fosse una di quelle pubblicità progresso promosse dal governo o da un' associazione di categoria; quando ho visto che si trattava di una banca il mezzo sorriso sulla bocca si è immediatamente smorzato.

I pubblicitari che hanno imbastito questa campagna hanno centrato, ebbene si, mi ripeto, toccano il cuore.
Domani potrei provare ad entrare in una filiale di Intesa San Paolo e chiedere di realizzare i miei sogni.
Guardateli anche voi. Non sono credibili?







Gli operai dell'Asinara

La voce dell'Isola dei cassintegrati

di Trippi

Chi è cresciuto come me nella bella Sandalia sa che i cassintegrati non tengono il loro Real show da poche settimane nell'ex carcere dell'Asinara. Nell'isola sequestrata il reality della cassa integrazione è un meccanismo bastardo da cui non si è salvato nessuno.
Nell'isola vera e in quella metaforica, per citare Cipolla, si piangono lacrime tutte le volte che una nuova cattedrale nel deserto apre i suoi battenti, intasca gli incentivi statali e poi chiude. Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto.
Cresciuta tra i figli dei minatori della Valchisone e quelli degli operai dell'Enichem di Ottana le tornate di nuove assunzioni e nuove disoccupazioni hanno rappresentato il refrain costante della mia infanzia. I 100 bar del paese e dintorni intestati alle mogli dei cassintegrati di Porto Torres & C erano il leit motiv.
Non ho mai indagato sul rapporto tra lavoro in fabbrica e miniera, disoccupazione, cassintegrazione e l'altissimo tasso di suicidi che flagella il paese da sempre. Lascio l'analisi ai sociologi, ma l'equazione con la silicosi, le leucemie e i tumori è quasi automatica.
Non credo alle sovvenzioni, penso che abbiano rovinato il tessuto economico e sociale della Sardegna. I grandi gruppi industriali hanno sempre munto sussidi e incentivi per l'apertura di fabbriche insensate, affatto lungimiranti, hanno creato il circolo vizioso della dipendenza da sovvenzioni statali. Con il solito vecchio trucco del ricatto morale allo stato con la minaccia della disoccupazione e della cassaintegrazione per i soliti disperati che non potevano aspirare a niente di meglio. Lo stesso gioco lo vediamo con altri protagonisti, stessi esiti a Termini Imerese, altra isola stessa procedura terminale.
Utilizzati come grimaldelli, i lavoratori di queste produzioni fantasma hanno lavorato oggetti che ora possono essere realizzati in paesi più economici per sfruttare un nuovo giro di giostra nel frullatore sociale, il vincitore è sempre lo stesso, i perdenti pure.
Hanno avvelenato l'isola per anni, senza nessun controllo, sempre con il solito spauracchio. Ora per quanto mi riguarda se proprio vogliono andare levino il disturbo, ma perlomeno vengano costretti a ripulire, pagare la tassa dello sfruttamento pozzo statale e rimettere le cose come le avevano trovate, negli anni 80, prima di avvelenare terra, persone e lavoro.

Ora chiunque conosca quest'isola che non c'è per il diritto al lavoro ha il dovere di pubblicare l'appello apparso su facebook. Se pensate possa toccarvi fate altrettanto. Se pensate che non vi tocchi fatelo lo stesso, perchè un giorno potreste essere voi a essere dismessi.




Alla vostra c.se attenzione

sono un membro del gruppo facebook "L'isola dei cassintegrati" , che al momento raccoglie più di 16.000 iscritti, in continua crescita (è stato anche scritto un articolo su di noi su La Nuova Sardegna del 7 Marzo, sulla prima pagina de La Repubblica.it dell'8 Marzo, e siamo comparsi sul Tg3 nazionale). Il gruppo è nato una settimana fa, quando un gruppo di operai Vinyls (ex Enichem, Porto Torres), in cassintegrazione da 4 mesi, è sbarcato sull'isola dell'Asinara, prendendo possesso delle sale dell'antico carcere. L'isola dei Cassintegrati è un reality "reale", purtroppo, dove nessuno è famoso, ma tutti sono senza lavoro. Nessuno yacht, billionaire e soubrette su quest’isola, solo la cruda verità di un gruppo di operai coraggiosi che lotta per i propri diritti.

Da 9 giorni ormai questo gruppo di operai, giovani e meno giovani, vivono isolati nelle celle di un carcere abbandonato, al rischio di pericoli esterni: il forte vento ha fatto cadere un palo della luce, e per più 3 giorni queste persone sono rimaste tagliate fuori dal mondo, senza luce e senza poter ricevere imbarcazioni per via del mare mosso.

Gli operai dichiarano che non si muoveranno dall'isola finchè gli impianti non riprenderanno a funzionare (troppi ormai gli accordi su carta disattesi), ed io, iscritto a questo gruppo perchè credo nella loro causa, temo per la loro incolumità e salute. Per questo motivo vi chiedo gentilmente di dare a questa notizia lo spazio che merita sul vostro giornale.

Sono certo che se darete uno sguardo al nostro gruppo, di cui allego il link a seguire, non potrete ignorare questa mia legittima richiesta

http://www.facebook.com/group.php?gid=362735135329&ref=mf

Vi ringrazio, e saluto cordialmente


giovedì 4 marzo 2010

La sottile linea rossa tra informazione e manipolazione



Ovvero perchè la par condicio era, è e rimarra sempre 'na strunzata

di Trippi



Ho ricordi nebulosi di una giovanissima Trippi iscritta a Lingue e letterature straniere all'Università Cattolica di Milano. Seguiva i corsi di "Teoria e tecnica dell'Informazione" del suo mito, Aldo Grasso e sognava di diventare una giornalista.

Venivano spesso a fare lezione i grandi cervelli dell'informazione italiana, erano infatti i tempi in cui i Biagi e i Montanelli non erano una polemica ideologica e sterile tra destra e sinistra, ma mostri sacri dell'informazione contesi dalle università.

Erano tempi in cui avevamo tutti le mani pulite e il sedere sporco, figli degli italiani cresciuti nel dopoguerra, quelli che si erano arricchiti rapidamente per mancanza di regole o per il loro mancato rispetto negli anni 70/80, avrebbero continuato a farlo negli anni 90 per mandare in malora il paese nel nuovo millennio. Anni in cui il macrotema che appassionava noi, i figli della televisione, era la scomparsa del giornalismo d'inchiesta e il nuovo modo di fare il corrispondente di guerrra.
La copertina di Berlusconi con il Fez su L'Espresso sarebbe comparsa un paio d'anni dopo.

Sarebbe venuto Sandro Curzi, l'ex direttore di telekabul, allora a capo delle news di TMC, futura La 7, a spiegare a una folla adorante di aspiranti cronisti che stronzata fosse la PAR CONDICIO che la politica avrebbe introdotto di li a breve (Nel '92 era uscito il libro "Giù le mani dalla Tv" e si era dimesso dalla Rai dei Professori per contrasti con la dirigenza).

Nel mentre mi sono laureata proprio nella materia di Grasso e dopo la specializzazione sono rimasta come cultore della materia a spiegare ai nuovi arrivati le strategie comunicative e produttive dei tg, settore nel quale lavoravo.

Quanta informazione è passata nel mentre dai nostri teleschermi?

La par condicio ormai non desta nessuna polemica, non c'è più nessun Biagi, Montanelli o un più giovane Curzi a sobillare gli animi.

La tesi più rivoluzionaria, che per noi studenti di informazione era un ovvietà, la sento proprio dal mio professore di allora in un video di Corriere.it.

Le trasmissioni di approfondimento giornalistico politicizzate non muovono voti. Chi le guarda la pensa già così e può uscirne solo rafforzato nelle sue opinioni, chi la pensa diversamente continuerà a farlo, convinto di essere di fronte alla solita ideologia della controparte. Che poi non esista l'obiettivita nell'informazione è tema che in questo blog abbiamo già affrontato, ma allora dov'è il pericolo? Nel sentire un pensiero schierato dove ci si aspetta di trovarlo o in quello teoricamente apolitico della figura dell'esperto che insinua il dubbio sulla legittimità o meno di un comportamento o di una linea politica?


Grazie ancora Professore


Pareggio di bilancio

fonte foto


di Trippi

di tutto quello che dice la signorina Efe, che di professione fa il lavoro più antico del mondo aiutata a detta sua da "un pene enorme", salvo la seguente frase:

"Ci vorrebbero l'Ici sul sesso mercenario, la trans-tassa. Servirebbe a ripulire il mercato".

Machisenefrega se ripulisce il mercato, mi accontenterei di ripulire il debito pubblico.








mercoledì 3 marzo 2010

ciao, articolo 18 ciao

FONTE


Stamattina sulla prima pagina di Repubblica leggo che lo spauracchio degli ultimi anni si appresta a diventare realtà: il DDL 1167-B, il quale dice che le controversie tra datore di lavoro e dipendente potranno essere risolte anche da un arbitro in alternativa al giudice, dopo due anni di discussioni tra Camera e Senato è oramai arrivato alla fine del suo cammino.





Come mai salta fuori solo oggi, a cose praticamente fatte? E come mai l'unico quotidiano a darne evidenza è la solita Repubblica? si certo, adesso è sulla bocca di tutti, le altre testate hanno ripreso la notizia, i sindacati e i partiti di opposizione dichiarano, per così dire, battaglia. Ma dove cavolo erano tutti quanti? a mangiarsi un panino?





Il Segretario CGIL Epifani dice che questo è un attacco all'articolo 18 ancora peggiore di quello del 2002, quando si voleva proprio abolire e sono perfettamente in sintonia con lui perchè questo voler aggirare, piuttosto che abolire è decisamente più difficile da spiegare ai lavoratori ed è il mezzo migliore per sradicare un diritto finora inderogabile.





Tornando al DDL, ciò che si prospetta nel futuro dei lavoratori è che in fase di assunzione ci si potra trovare davanti ad una scelta: accettare la rinuncia in caso di controversia di appellarsi al tribunale del lavoro optando per l'arbitrato, ovvero affidarsi ad un arbitro appunto, che prenda una decisione dettata dal suo senso di equità. Scelta obbligata spesso, visto che al momento della firma del contratto di lavoro la parte debole è sempre chi spera, se non addirittura brama nell'avere il posto, come dire, o mangi sta minestra..

Ma l'arbitro poi chi lo nomina? ci sarà un albo degli arbitri? Sarà un professionista assoldato dalle aziende all'occorrenza? tipo i consulenti per la 626 o il medico del lavoro? come verrà regolata la materia?





fonte








Perdonatemi lo sfogo perchè voglio citare il manifesto postato l'altro giorno dalla mia socia:





MA ANDATE A CAGARE!

lunedì 1 marzo 2010

Lo sciopero degli immigrati: 24 h senza di LORO

di Trippi

"Una giornata senza di noi: senza la bambinaia che tiene a bada i figli raccontando loro le storie dell’Africa o delle Antille, senza la domestica, senza gli spazzini che portano via la vostra immondizia di ricchi, senza i manovali che fanno quello che voi non volete più fare, senza i lavapiatti nei ristoranti, senza i fattorini, gli uomini della sicurezza. E ancora: provate una giornata senza di noi nei McDonalds, nei cinema, nei supermercati, con i posti vuoti, gli incassi ridotti. Perché anche noi consumiamo e mettiamo in movimento l’economia: ventiquattro ore non cambieranno la Francia ma serviranno per accorgersi quanto sia complicato e difficile tirare avanti".

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Il messaggio è chiaro, spero abbia sia l'effetto di sensibilizzare sull'integrazione degli immigrati nel tessuto economico italiano, ma anche sulla necessità che i nativi tornino a fare determinati lavori.


Perchè certi mestieri che noi, gli aborigeni, non vogliamo più fare dovrebbero riacquistare la dignità perduta, lo status che gli compete perchè si deve vergognare chi si fa mantenere a 30 anni suonati, non chi lava le scale o porta fuori la spazzatura da uno stabile.

E chi non è d'accordo con me disoccupazione non solo lo colga, ma se lo tenga!

Lo sciopero arriva nel nostro paese con il solito ritardo, lo organizzarono gli ispanici negli USA nel 2006, ma li si sa, sono allergici agli scioperi in genere, figuriamoci a quelli di una minoranza etnica. In Francia la campagna "24h sans nous" per lo sciopero di oggi è partita a novembre 2009, proprio mentre Sarkozy rilucidava l'argenteria dell'identità francese, noi e gli spagnoli ci accodiamo.

Un tessuto economico e sociale, per essere ben strutturato ha bisogno che siano coperti tutti i ruoli, altrimenti non si è autosufficienti. Ora vogliamo lavorare in società di servizi, dietro una scrivania, in giacca e cravatta, freschi di manicure e pedicure. Noi che fino all'altro ieri siamo stati balie negli Stati Uniti, siamo morti nelle miniere in Belgio, abbiamo costruito ponti, strade e navi. Marinai in Italia e all'estero abbiamo perso la nostra proverbiale capacità di adattamento. Se questo è il progresso economico, forse la crisi riporterà l'ego nazionale su livelli più umani.

Questi gli appuntamenti per chi vuole partecipare alle manifestazioni (fonte APCOM):

La giornata di mobilitazione del primo marzo è stata lanciata in Francia e in Italia e saranno tantissime le manifestazioni nelle principali città italiane e alle 18.30, in ogni città, verranno lanciati dei palloncini gialli in lattice biodegradabile per colorare di giallo i cieli d'Italia, visto che quella del primo marzo 2010 è stata chiamata 'la rivoluzione in giallo'.

A Roma, alle 17, il corteo delle reti antirazziste si snoderà da Porta Maggiore, passando da piazza Vittorio Emanuele, Santa Maria Maggiore e piazza Esquilino. A questo punto il comitato migranti si unirà al corteo e tutti confluiranno in piazza Vittorio Emanuele, dove alle 18 si aprirà la manifestazione indetta dal comitato primo marzo. Sono previsti concerti, con l'esibizione dell'Orchestra multietnica di Piazza Vittorio e una serie di interventi.

A Milano ritrovo alle 9.30 fuori da Palazzo Marino, il corteo farà giro attorno al municipio milanese. Alle 13 verranno srotolati tre grandi striscioni gialli in tre luoghi significativi per la vita degli immigrati a Milano: la Questura ("Permesso di soggiorno per tutti. Tempi di rinnovo più rapidi"), Tribunale ("Migrare non è reato") e Via Corelli ("Basta silenzi. Chiudiamo i centri di identificazione ed espulsione"). Nel pomeriggio, raduno in piazza Duomo dalle 17.30.

A Palermo alle 18 appuntamento in piazza Bolognini, raduno e partenza del corteo, come anche a Genova, alla commenda del Prè, a Brescia giornata di mobilitazione in piazza della Loggia, con presidio dalle 10 alle 14.

Corteo anche a Napoli, alle 11, da piazza Garibaldi. A Siracusa e Catania alle sei del mattino del primo marzo gli aderenti ai comitati faranno un pellegrinaggio in pulmino nei luoghi del caporalato nella campagna attorno a Cassibile. A Perugia, a partire dalle 14.30, raduno in piazza Italia, da qui partirà un corteo in direzione di corso Vannucci. A Bologna dalle 16 alle 19 in piazza del Nettuno sarà allestita una mostra fotografica con i volti dei nuovi cittadini italiani. E tante sono le altre iniziative in giro per l'Italia, da Bari a Bolzano passando per Oristano, Venezia, Forlì e Trieste, dove alle 15 p previsto un ritrovo in piazza Sant'Antonio e la partenza di una "squadra" che andrà a cancellare le scritte razziste dai muri della città.

A Vicenza alle 19.30 partirà una fiaccolata da via Tecchio per richiedere il ritiro della delibera comunale sull'idoneità di alloggio.

A Reggio Calabria è in corso già oggi un volantinaggio a tappeto con distribuzione dell'appello multilingue redatto dal comitato e delle fasce gialle.

A Reggio Emilia dalle 10 presidio davanti alla prefettura per riaffermare il diritto al soggiorno per tutti gli immigrati che hanno presentato domanda di regolarizzazione con la sanatoria 2009 ed attraverso i decreti flussi.


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