anche nel mio caso, come per Crimilda, da una risposta troppo lunga nasce un post.
Mi viene un pò da ridere a leggere la tirata di Obama, visto che il suo successo nasce in buona misura proprio dal web e dall'uso che ne ha saputo fare. Per quanto riguarda la libertà di stampa e di opinione tra web e giornalismo in teoria dovrebbe esserci la discriminante della parzialità e del commento. Del punto di vista contro l'obiettività, del soggettivo vs oggettivo. Il controllo della fonte poi, dovrebbe essere il ruolo principale del giornalista, intermediario proprio tra fonte e pubblico.
Mentre scrivo è evidente che non è così, che i margini sono sempre più liquidi e inconsistenti. L'obiettività non esiste e non è mai esistita. Non ritengo che sia un male, finchè durano le ideologie ci saranno sempre punti di vista simili al nostro da appoggiare o contrari da distruggere.
L'attenzione del cronista poi, si è spostata da un pezzo dall'oggetto al soggetto (se stesso, come ha ottenuto le informazioni, le sue difficoltà il racconto dell'impresa oppure uno stand up davanti alla telecamera quando non è necessario). Basta leggere un qualsiasi giornale, gli articoli o i servizi sono innanzitutto racconto della realtà. Non per niente si possono analizzare i prodotti del giornalismo con le stesse categorie utilizzate per la narrazione (eroe, antieroe, prova, sanzione).
Le fonti non vengono più controllate da un pezzo da nessuno, se non, talvolta, negli approfondimenti, nel giornalismo d'inchiesta (sparito o destinato a sparire).
I tempi del'informazione sono talmente rapidi da non prevedere il controllo della fonte, basta citarla e scaricare così la responsabilità. Il web e i blog sono diventati fonte a loro volta, con la massa indistinta di voci, caos e imprecisione che questo comporta.
Personalmente come blogger rivendico il mio diritto a esprimere un opinione, non mi interessa fare notizia, ma commentarla dichiaratamente. Tutto il resto è solo rumore e credere che sia diverso è solo illusione o ingenuità.
Quanto ai pseudogruppi d'informazione su facebook o su altri socialnetwork (oknotizie su tutti) che pretendono di "fare notizia" di possedere la verità o cambiare il mondo, beh hanno spesso gli stessi toni petulanti e fastidiosi di certi opinionisti di professione.
Facebook, come spiegato benissimo in un articolo su un Wired di qualche mese fa è il terreno di normalizzazione digitale di chi non mastica il web e non ne digerisce le dinamiche. Non per niente accedono a faccia libro persone che in precedenza non avevano alcun rapporto con la rete.
E' molto più facile interfacciarsi con persone che hanno nome e cognome in una pseudoriproduzione dei rapporti reali, citando gli stessi link citati da altri, copiando e incollando riferimenti (a volte vecchissimi) senza nulla aggiungere piuttosto che usare il web come una risorsa in più (in un metamondo che si autocita e autoalimenta, senza bisogno di confronto con l'esterno).
Mi auguro che la carta stampata non si estingua, mentre mi auguro la scomparsa di certi giornali e di certi giornalai.
Trippi
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