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martedì 2 novembre 2010

Susanna Camusso - Il sindacato è donna

fonte foto

Domani la proclamazione del direttivo CGIL e Susanna Camusso diventerà ufficialmente il segretario generale del pù grande sindacato italiano.

Non posso che augurarle buon lavoro e ed essere orgogliosa di far parte di un organizzazione che dopo grandi uomini come Di Vittorio, Lama, Cofferati e per ultimo Epifani, per i prossimi quattro anni verrà sicuramente ben guidato da una grande donna.


Milanese, classe 1955, ha iniziato ad occuparsi di sindacato nel 1975, mentre era studentessa universitaria di archeologia, con l'attività sul diritto allo studio coordinando i corsi delle 150 ore della FLM milanese.

Dal 1977 al 1997 è dirigente locale della FIOM milanese, poi di quella lombarda ed infine nella segreteria nazionale dello stesso sindacato dei metalmeccanici della CGIL, con la competenza su produzioni automobilistiche e siderurgiche.

Assume poi la segreteria regionale della FLAI, il sindacato del settore agro-industria della CGIL e nel 2001 viene eletta segretario generale della CGIL della Lombardia.

Nel 2008 entra nella Segreteria Confederale nazionale della CGIL, con la responsabilità su settori molto diversi: politiche dei settori produttivi, cooperazione, artigianato e agricoltura.

L'8 giugno 2010 è stata eletta vicesegretario generale vicario della CGIL, con la responsabilità del coordinamento degli ambiti di lavoro trasversali ai dipartimenti.

Oltre all'attività sindacale, Susanna Camusso fa parte del movimento delle donne ed è tra le promotrici dell'associazione Usciamo dal Silenzio. Laica di grandi convinzioni, si è sempre impegnata per i diritti civili ed è amica del movimento LGBT.

(fonte bio: wikipedia)




2 commenti:

l'autonomo ha detto...

Un'altra socialista venduta.
Manco la foglia di fico della fiom
basta a salvarli.
Autonomia Operaia e Rivoluzione

Unknown ha detto...

rispetto le tue ideee, io non sono socialista, e comunque quel "socialismo" che tu tanto denigri non esiste più...

ah, altra cosa, nemmeno l'autonomia operaia esiste è solo un'illusione

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