Cari signori Fiat se questo è vero, come si spiega che fate i brillanti all'estero, con tanto di sviolinata nazionale e lacrime commosse per i successi dell'impresa italiana all'estero, ma poi chiudete in Italia? Scusate la malignità, ma sorge il dubbio che la chiusura degli stabilimenti nazionali venga maneggiata come una clava per spremere ancora una volta soldi da uno stato disastrato e dalle tasche dei contribuenti. E infatti come volevasi dimostrare hanno ottenuto quello che volevano.
Ora, con tutta la ben nota stima della sottoscritta per il governo e l'attività del premier dei miei connazionali, per quanto Tremonti sia ben noto per le sue abilità di fattucchiere, finanziere creativo e altre varie abilità, si è ormai ridotto al gioco delle tre carte. Eh si, siamo al sistema dei maneggioni delle stazioni ridotti a magheggiare persino i soldi del TFR pur di simulare la presenza di una cassa che non c'è! Alla pensione io e i miei coetanei abbiamo rinunciato da un pezzo, speravamo ancora nella liquidazione, ora ci rassegneremo a non vedere neanche quella. Non vi sembra però di aver tirato un pò troppo la corda? Per quale motivo dovremmo finanziare per l'ennesima volta i vostri rilanci e riassestarvi i bilanci?
Che volete ancora dalle nostre tasche? Se proprio dovete chiudere fatelo all'estero, d'altra parte i finanziamenti camuffati da incentivi per la rottamazione li avete ottenuti qui e vi siete impegnati a tenere aperti gli stablimenti, per quanto siano cattedrali nel deserto.
Resta l'amaro in bocca alla consapevolezza che ancora una volta pagherà Pantalone!
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