translate me

lunedì 7 febbraio 2011

Badante a chi?

fonte foto
Pazzesco il taglio del pezzo di Repubblica, che pure disegna una realtà che tutti tocchiamo con mano, la nuova competizione per ruoli che nel mercato del lavoro, ormai sembravano destinati agli immigrati.

"Dalla complementarietà si passa alla competizione: sulle basse qualifiche si combatterà la sfida futura tra migranti e italiani. Con due ostacoli: primo, la crisi ha ridotto il numero delle famiglie che si possono permettere un aiuto stabile; secondo, sul mercato delle badanti, a farla da padrone sono ancora le donne dell'Est."

Desolante l'uso del termine "vergogna" e la sottolineatura delle maggiori competenze del personale "straniero" con titoli per l'assistenza domiciliare e il pregiudizio connotato come "al contrario" che sfavorirebbe le italiane che aspirano a ruoli di assistenza degli anziani come ultima spiaggia per sostenere nuclei familiari in rovina, protagoniste donne prossime ad aver bisogno loro stesse di un'assistenza.
Quello che trovo vergognoso è che ci si possa vergognare di lavorare, di prestare assistenza. Ma di cosa stiamo parlando? Di disponibilità 24 ore su 24 o del ruolo di supporto nei confronti degli anziani altrui?
A un anno esatto dal primo sciopero degli stranieri mi sembra di essere precipitata in un paese che ha perso il senso di identità. Un paese in cui non conta quello che si  è, ma quello che "non si è".
Non si è stranieri, non si è immigrati, non si è badanti o giovani, non si è vecchi, non si è occupati, non si è colf.
Forse è giunto il momento di uno scatto di dignità, in cui ci si afferma come lavoratori, come persone socialmente e lavorativamente impegnate non come persone costrette a tornare nel mondo del lavoro perchè il proprio uomo ne è uscito. Forse il primo errore è proprio quello di classificare i lavori come umili o "per stranieri" perchè le etichette, giustamente, finiscono con il ribaltarcisi contro. Ed è il colmo per una nazione che è stata famosa all'estero per le proprie balie, è svilente per chi ha scelto di fare dell'assistenza ai malati il proprio corso di studi, quasi a voler dire che l'assistenza agli infermi va bene solo se questi sono giovani e in ospedale.
Un paese assurdo dai preconcetti assurdi. L'unica vergogna, per quanto mi riguarda è non cercare un lavoro e non lavorare se si è in grado di farlo.


1 commento:

Danx ha detto...

Vero, non c'è dignità quando anzichè fare un qualsiasi lavoro si deve andare alla mensa coi barboni!

Bookmark and Share
Blog Widget by LinkWithin