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martedì 23 febbraio 2010

Guerre tra poveri ricchi?

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di Trippi


Lasciano senza parole alcuni commenti all'articolo apparso ieri su Corriere.it sulla vicenda della donna manager costretta alle dimissioni dopo la maternità. Colpisce l'astio di altre donne prive del diritto alla maternità, il livore di datori di lavoro sul 100% delle gravidanze a rischio in Italia, la sucumera di altri pseudomanager che ricordano alla signora la precarietà del loro ruolo rispetto a quello impiegatizio.
Senza parole, certo, ma il cervello e le sinapsi continuano a reagire, perchè c'è del vero nelle parole di chi ricorda alla signora a capo di una divisione marketing per anni che è stata la prima a sfruttare in passato altre persone, dall'alto della posizione privilegiata. Viene da pensare che è vero che in Italia ci si mette in maternità a rischio anche quando non è affatto necessario.

Come detto in altre occasioni in queste pagine, nel nostro paese la donna fertile è vista come una bomba a orologeria, figuriamoci la donna in maternità. Comprensibile il disagio nelle PMI, dove davvero l'assenza della dipendente per gli inevitabili problemi legati alla crescita del figlio, ma in una multinazionale?





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