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sabato 4 ottobre 2008

sicurezza sul lavoro e ricordi di dita mozzate


Leggendo un dossier su La Repubblica di oggi, che parla dei cantieri edilizi e dell'assenza dei più essenziali stumenti di sicurezza mi tornano alla mente un sacco di ricordi.

Tornano alla memoria le mani dei colleghi di mio padre,di quando ero bambina: ho visto decine di uomini con una o più dita mozzate; operai di una volta, alle prese con macchinari fatti di lame affilate, che per consegnare in fretta il lavoro e fare contento "il padrone" (adesso è il datore di lavoro, ma una volta si diceva così),spesso e volentieri sacrificavano qualche pezzo della loro carne per guadagnarsi la sua eterna gratitudine. Nessuno denunciava nessuno, niente infortuni, niente denunce, niente cause. Una volta guariti i moncherini si tornava al lavoro e..."amici come prima".

Anni dopo, anche io sono andata a lavorare in fabbrica, ci sono stata cinque anni, in nero, in un'azienda che produceva e confezionava polveri cosmetiche. Otto ore al giorno si respirava talco e le mascherine te le dovevi comprare tu se non volevi farti venire un enfisema; di aspiratori nemmeno l'ombra, o meglio, i bocchettoni c'erano, tutto era predisposto all'apparenza, ma l'impianto non esisteva. Controlli dell'ASL? Certo! Uno all'anno, che cominciava con un giro del capannone e finiva nell'ufficio della "signora", sempre alla volemose bene. Volevi lavarti le mani? il sapone dovevi portartelo da casa. Volevi pulirti il culo quando andavi in bagno? La carta igienica te la compravi tu e dovevi nasconderla nel tuo armadietto custodendola come un bene prezioso, altrimenti i colleghi la usavono tutta.
Ma tornando alle dita, anche qui ho assistito alla triste perdita di un indice, strappato via dalla mano di un meccanico, mentre cercava di aggiustare un macchinario vetusto e decisamente non compatibile con le più basilari norme di sicurezza. Io stessa ho rischiato una falange sotto una pressa, ma.. ero in nero, erano i primi anni novanta e di lavoro non ce n'era e soprattutto ero giovane e stupida, quindi, la versione ufficiale in ospedale fu che avevo chiuso il dito nella portiera della mia auto.

Sono passati altri quindici anni e cosa è cambiato?


Quando girate per la città provate ad osservare gli operai che lavorano per strada o sulle impalcature, quanti di loro hanno le scarpe antinfortunistiche? quanti il caschetto giallo? quanti le imbragature a norma se devono stare in aria sospesi?

Prima non c'erano le Leggi, di conseguenza niente controlli e adesso? Le leggi ci sono ma nessuno controlla.

E allora domando nuovamente: cosa è cambiato?


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