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martedì 12 gennaio 2010

Campa precario che la pensione... decresce

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Grazie alla segnalazione di Louis su Facebook ho letto questo interessantissimo articolo di Tito Boeri (uno dei pochi economisti che non solo dice cose sensate in modo intelleggibile, ma si può addirittura guardare!) sul costo delle mancate riforme del mercato del lavoro.

Perchè non so voi, ma io sono un lavoratore duale (leggetevi l'articolo), i miei primi lavoretti precari li ho collezionati all'università e il primo contratto a tempo indeterminato è arrivato solo il 20 ottobre 2008 (unico anniversario che sono interessata a festeggiare nella mia vita! Altro che compleanno, date di fidanzamento/laurea/matrimoni/nascite dei figli). Subito dopo la firma del contratto è iniziata la mutazione, ho sviluppato due appendici a forma di uncino che hanno ancorato le mie prosperose chiappe alla sedia. Io da qui non me ne voglio mica andare, per mandarmi via dovranno infilarmi sull'ascensore da seduta, acChiappata alla poltroncina!

La paranoia sul posto di lavoro, inutile negarlo, mi accompagna tutte le volte che guardo il mio estratto conto, quando vado al super a fare la spesa. Non vi dico poi i sudori freddi quando provo solo a immaginare di potermi comprare una casa.

Perchè la realtà è li nel ristorante pizzeria vuoto in cui ho cenato domenica sera. E' nella disponibilità della mia socia a scrivere nuovamente per i nostri blog durante la pausa forzata tra un contratto e l'altro.
Mi piacerebbe fare come la formica della favola, accantonare soldi per il mio futuro, investire su quello di un ipotetico figlio, se mai arriverà. Ma posso solo vivere non dico nel presente, ma nel passato prossimo. Ma come fai a gestire le spese impreviste quando a mala pena copri quelle fisse?

Trippi



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