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venerdì 19 giugno 2009

Le cicale e le formiche





di Trippi

Io cerco di essere ottimista, perchè come dice Tonino Guerra "è il profumo della vita", e come dice il premier dei miei connazionali, "fa uscire dalla crisi".

Mi ostino persino a spendere i soldi in beni e servizi non essenziali pur di aiutare l'economia stantia che stenta a ripartire. Ho persino ripreso a guidare l'auto, giusto nel momento in cui il prezzo della benzina si è rimesso a salire in progressione geometrica rispetto agli aumenti del costo del greggio (chissà perchè poi, quando il prezzo cala non cambia un accidente).

Non mi decido ad acquistare capi di abbigliamento, non me ne vogliano gli addetti ai settori, perchè i saldi sono dietro l'angolo e mi sembra uno schiaffo alla povertà comprare ora capi che tra poche settimane costeranno la metà!

Ma sui prodotti con prezzi stabili sostengo e supporto. Così fanno anche il resto degli italiani che, a sentire le statistiche, hanno ripreso ad acquistare.

Tanto impegno da parte di tutti noi, che dopo qualche mese da formiche, abbiamo ripreso a fare le cicale con la prospettiva che la crisi fosse giunta a un bivio, che ci fossero prospettive di ripresa, anche sulla base di questi aumenti degli investimenti e della ripresa del settore immobiliare negli Stati Uniti.

Ma è davvero così o si tratta solo di speculazioni di persone interessate ad accantonare in vista di una ripresa che per il momento non è neanche all'orizzonte?

Perchè i dati, quelli reali, dell'economia reale che si misura in soldoni, dicono tutt'altro!

Dicono che nel nostro paese non si sta riprendendo proprio niente, le aziende chiudono o ridimensionano e qualcuno ne fa le spese e resta a casa. E' anche vero che la crisi è un'ottima opportunità, per molte aziende, per liberarsi di dipendenti zavorra stratutelati da contratti a tempo indeterminati e dunque intoccabili. Per tutti gli altri, lavoratori atipici, a progetto, occasionali, non specializzati, stagionali, quelli che non solo vengono per due soldi, ma a momenti ti pagano per venire a lavorae, con la crisi non si subisce battute d'arresto!

Non è che alcune aziende cavalcano il cavallo della crisi per ristrutturare e potare rami secchi?
Infatti, guarda caso, gli italiani restano a casa e gli stranieri lavorano di più.

La notizia appena giunta dall'Istat è pessima, i dati sul tasso di disoccupazione nel nostro paese sono sconfortanti, raggiunge il 7,9% il più alto dal 2005 ad adesso. Nel primo trimestre del 2009 200mila lavoratori in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il dato è il risultato della perdita del posto per 426mila italiani e della nuova occupazione per 222mila stranieri.

Si sa piove sempre sul bagnato e la situazione internazionale è un'ottima opportunità per chi ha abbastanza soldi in cassa per speculare acquistando prodotti a basso costo, che questi prodotti siano immobili, petrolio, materie prime o materiale umano, il lavoratore, la sostanza non cambia.

Una guerra tra poveri mentre i ricchi accantonano sempre di più!

E chi non canta con me....




La Cicala che imprudente

tutta estate al sol cantò,
provveduta di niente

nell’inverno si trovò,

senza più un granello e senza

una mosca in la credenza.

Affamata e piagnolosa

va a cercar della Formica

e le chiede qualche cosa,

qualche cosa in cortesia

per poter fino alla prossima

primavera tirar via:

promettendo per l’agosto,

in coscienza l’animale,

interessi e capitale.

La Formica che ha il difetto

di prestar malvolentieri,

le dimanda chiaro e netto:

- Che hai tu fatto fino a ieri?

- Cara amica, a dire il giusto

non ho fatto che cantare tutto il tempo.

– Brava, ho gusto;

balla adesso, se ti pare.
(Jean de La Fontaine)



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