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giovedì 12 agosto 2010

Chi ha paura del produttore cattivo


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In questo agosto polemico e contrassegnato da rivelazioni immobiliari, si scopre l'acqua calda anche su come funzionano le produzioni dei programmi tv e delle fiction. Così dopo averci deliziati con i soprannomi di Giancarlo Tulliani (elisabetto, il cognato etc etc) e i ricatti dei politici per far lavorare i parenti ci svelano che:
"Evidentemente a Viale Mazzini si va avanti a furia di «minacce»".  Spiega a chi nuota ancora nel mare dell'ingenuità mediatica ecco uno spaccato Rai della signora Claudia Mori dal Corriere 
"Chi spaventa di più produce più fiction. Sono stanca di decisioni che penalizzano le persone e professionisti seri e liberi a scapito del prepotente di turno, ovvero Barbareschi che, forte anche del suo ruolo politico, sta cercando di «scipparmi» questa fiction. Non potrò mai accettare questa eventualità e, soprattutto, questi metodi sia perché intendo tutelare il lavoro di tutti coloro che lavorano con la Ciao Ragazzi sia per me stessa. Ma non parlo solo per me e per la mia società: esigo rispetto ed equità verso quei produttori competenti che, tra l'altro, garantiscono qualità e ascolti ma che, per logiche politiche e clientelari, devono lasciare il posto, ormai a livelli insopportabili, a chi ha «commissariato» di fatto la Rai. (...) Da donna, non disponibile a sgambettare... intellettualmente (la maturità mi impedisce di farlo in altro modo e comunque non l'avrei mai fatto neanche prima...) e da responsabile morale di chi lavora con me, difenderò fino alla fine il mio lavoro e le mie produzioni, oggi a rischio. Fino in tribunale se ne fossi costretta."

 Ah beh, per fortuna c'è la moglie di Celentano a spiegare come funzionano le cose, perchè io ero convinta che la fine delle produzioni interne in RAI e l'acquisto di Format preconfezionati con redazioni di stagisti non avesse niente a che fare con la politica, o con la proprietà della Endemol (in Italia ha acquistato la Aran di Marco Bassetti e della moglie Stefania Craxi, attualmente è controllata da Mediaset), ma perchè i programmi erano più intelligenti.


Paradossalmente, le licenze che la RAI acquista da Endemol riguardano programmi che di fatto non presentano particolari innovazioni, e che si ispirano a trasmissioni della fine degli anni 70 che la RAI produceva autonomamente, perché capace di provvedere sia al fronte creativo che a quello organizzativo della produzione. Ne è un esempio lampante Portobello, lo storico programma di Enzo Tortora messo in onda per la prima volta nel 1977, che contiene il prototipo di molti format televisivi che oggi vengono trasmessi singolarmente riscuotendo notevole successo: le rubriche di Portobello possono essere considerate come un antecedente di programmi come “I Cervelloni”, “Chi l'ha visto?”, “Carràmba che sorpresa” o “Stranamore”. Ed ancora, i format de “La prova del cuoco” o di “Che tempo che fa”, pur senza brillare per originalità rispetto alle trasmissioni del passato, sono marchiati e rielaborati da Endemol per essere rivenduti sia alla televisione pubblica che alle reti private.



Il direttivo di Endemol Italia, ed in particolare i fondatori Marco Bassetti e suo fratello Paolo, che ne è presidente ed amministratore delegato, insistono nell'assicurare che il nuovo assetto proprietario non creerà squilibri nel sistema televisivo italiano e continuerà a garantire l'indipendenza della società, mantenendo il fruttuoso rapporto di collaborazione con la RAI. (da La Storia siamo Noi, Il caso Endemol)

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