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Stamattina sulla prima pagina di Repubblica leggo che lo spauracchio degli ultimi anni si appresta a diventare realtà: il DDL 1167-B, il quale dice che le controversie tra datore di lavoro e dipendente potranno essere risolte anche da un arbitro in alternativa al giudice, dopo due anni di discussioni tra Camera e Senato è oramai arrivato alla fine del suo cammino.
Come mai salta fuori solo oggi, a cose praticamente fatte? E come mai l'unico quotidiano a darne evidenza è la solita Repubblica? si certo, adesso è sulla bocca di tutti, le altre testate hanno ripreso la notizia, i sindacati e i partiti di opposizione dichiarano, per così dire, battaglia. Ma dove cavolo erano tutti quanti? a mangiarsi un panino?
Il Segretario CGIL Epifani dice che questo è un attacco all'articolo 18 ancora peggiore di quello del 2002, quando si voleva proprio abolire e sono perfettamente in sintonia con lui perchè questo voler aggirare, piuttosto che abolire è decisamente più difficile da spiegare ai lavoratori ed è il mezzo migliore per sradicare un diritto finora inderogabile.
Tornando al DDL, ciò che si prospetta nel futuro dei lavoratori è che in fase di assunzione ci si potra trovare davanti ad una scelta: accettare la rinuncia in caso di controversia di appellarsi al tribunale del lavoro optando per l'arbitrato, ovvero affidarsi ad un arbitro appunto, che prenda una decisione dettata dal suo senso di equità. Scelta obbligata spesso, visto che al momento della firma del contratto di lavoro la parte debole è sempre chi spera, se non addirittura brama nell'avere il posto, come dire, o mangi sta minestra..
Ma l'arbitro poi chi lo nomina? ci sarà un albo degli arbitri? Sarà un professionista assoldato dalle aziende all'occorrenza? tipo i consulenti per la 626 o il medico del lavoro? come verrà regolata la materia?
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Perdonatemi lo sfogo perchè voglio citare il manifesto postato l'altro giorno dalla mia socia:
MA ANDATE A CAGARE!
GIORGIA MELON
3 giorni fa
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