A quanto pare neanche la firma di un formale impegno scritto a non suicidarsi riesce a fermare l'ondata kamikaze alla Foxconn, azienda taiwanese con sede in cina, dove si assemblano gli iPad e si produce componentistica per Ipod (Apple) e per altri marchi (tra i quali Dell e Nokia).
Così mentre i manager della Foxconn aprivano le porte dello stabilimento ai giornalisti, per togliere gli aloni di sospetto sulla gestione, in barba a ogni impegno sottoscritto due dipendenti provavano ---- >
a togliersi la vita (uno è stato salvato). Arriva così a quota 12 il triste bilancio della fabbrica di Shenzen, nella regione sud della Cina.
A quali vessazioni e pressioni psicologiche si è sottoposti per arrivare a pensare che sia preferibile morire?
Il pensiero va subito ad una realtà molto più vicina del lontano oriente, France Telecom, con 48 suicidi, 13 nel 2010 (l'ultimo il 10 maggio) per non contare i tentativi non riusciti, 8 solo nell'ultimo anno.
Mi guardo bene dal paragonare il mobbing a un crimine di guerra, ma mi chiedo se non debbano intervenire degli istituti appositi, con diritto di ispezione e di controllo continuo, quando in certe realtà aziendali il numero di morti accidentali e volontarie supera il livello di guardia.
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