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Ancora una volta mi ritrovo d'accordo con Tito Boeri, economista e pensatore mai banale. Il suo commento sugli Errori da evitare ne "La Repubblica" di oggi (pag 30) pone l'accento su un nodo fondamentale nella questione dello scontro sindacale tra i 3 lavoratori dello stabilimento di Melfi e la FIAT.
Certezza
La certezza dei punti contrattati, la tranquillità di non vederli messi in discussione una volta stabiliti e siglati (paranoia per cui per il caso Pomigliano è stata creata una nuova "azienda").
Per farsi capire meglio pone l'esempio di un'assicurazione: chi di noi sarebbe disposto a sottoscrivere un contratto che può essere ridiscusso in continuazione dalla controparte? Ovviamente non si può che essere d'accordo, anche se sfido i comuni correntisti ad alzare la mano se non hanno mai ricevuto quelle lettere con cui la banca informa di aver cambiato le condizioni contrattuali e concede un lasso di tempo per cambiare banca/conto corrente o ritiene il silenzio/assenso.
Sottolinea come lo sbriciolamento del fronte sindacale in una miriade di sigle ha portato alla possibilità che il dissenso di pochi o di una minoranza possa bloccare la produzione. Quello che un azienda richiede è innanzitutto "certezza".
Errori
Ed è proprio da questa mancanza di questa sicurezza che deriverebbero gli errori sul fronte aziendale e sindacale. Dal lato FIAT per non aver rispettato appunto la certezza della pena, bypassando un ordine del giudice, dal fronte sindacale per la mancata coesione, per la possibilità che la protesta di pochi metta a repentaglio il futuro di molti, perchè il rischio reale e tangibile è che sempre più aziende emigrino in paesi a basso profilo sindacale (che include non solo stipendi diritti e garanzie, ma anche il blocco della produzione). Il problema di fondo è che non c'è più un fronte sindacale coeso che rappresenti gli interessi di lavoratori dalle esigenze sempre più disparate i quali dipendono da aziende sempre più pressate da un mercato globale estremamente competivivo che pressa e macina quelli che non si adeguano.
Dividi et Impera
In tutto questo è evidente l'errore del governo, colpevole di avere estremizzato ancora di più la tensione tra le diverse sigle singacali, dividendo anzichè unire a gennaio 2009 (dando maggior peso a sigle con due iscritti rispetto a quelle con il maggior numero, escludendo Epifani, la Cgil e convocando l'UGL della Polverini, aggiungo io).
La soluzione per Boeri starebbe nella gestione dei contratti all'interno delle singole imprese, con l'elezione di rappresentanti interni alle singole aziende che se ne facciano carico e portino avanti le rimostranze unitariamente. Perfettamente in linea con la direzione di maggiore coesione sindacale che emerge anche all'estero.
Ma per farlo occorre una riforma del sistema di contrattazione che consenta questa elezione diretta, questa gestione "ad aziendam", mi si passi il termine, dei rapporti di lavoro.
Questa, a mio parere, è la prima riforma da varare appena gli altri rappresentanti, quelli designati dai partiti per governare il paese, la smetteranno di farsi la guerra e si renderanno conto dei problemi reali della nazione.