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lunedì 18 maggio 2009

Contratto unico e articolo 18

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di Trippi


Sospetto: vuoi vedere che per trovare una via intermedia tra le tutele dell'articolo 18 e il mare magnum dei contratti precari ci ritroviamo tutti nella stessa condizione?!

Ci mettono un bel congegno a orologeria sotto le chiappe. Così puoi essere licenziato anche senza giusta causa. In cambio darebbero una serie di tutele progressive ai precari senza scampo. Come a dire "siccome non riusciamo a rendere più sicuro il lavoro di molti, rendiamo insicuro anche il lavoro di pochi!".

Saggio no?

Geniale!

Se ne parlano persino su Il Riformista vuol dire che l'argomento è stato sdoganato. Siamo a un passo dallo spostamento della carota da davanti a dietro!!!
In questi giorni tiene banco la spaccatura all'interno della Cgil in vista della successione a Epifani e nelle assemblee delle camere del lavoro in corso a Roma il tabù dell'articolo 18 ha già smesso di essere un tabù. La rigidità del segretario generale della Cgil sulla questione contratto unico, viene utilizzata come una clave "Se non va bene la ricetta del contratto unico, non va più bene neppure limitarsi a dire che l'articolo 18 non si tocca" (Enrico Marro, Corriere Economia, 18 maggio 2009).
Mentre salta fuori, per chi non se ne fosse già accorto, che i nostri stipendi netti, sono tra i più bassi in assoluto (a parte quelli del terzo mondo, anche perchè in tal caso temo sia fuori luogo parlare di stipendi). Salta fuori che la pressione fiscale è spaventosa (Ma va?! C'era bisogno dell'Ocse per accorgersene? Non parlatemi di nuclei familiari con due figli, io conosco per la maggior parte single, coppie separate e/o divorziate e chi ha due figli è non solo un rarità ma quasi un unicum!).
Ma allora parliamo ne di questo Contratto unico! Unico nel senso che raggiunge un notevole traguardo, il che ci rende realmente tutti uguali:

precari a tempo determinato e precari a tempo indeterminato!

E vi prego non parlatemi di flessibilità. Io la flessibilità l'ho provata sulla mia pelle. Significa che se hai una laurea e un master le aziende hanno il terrore ad assumerti. Perchè devono pagarti per la qualifica e il ruolo, e mica sono scemi! Significa che se vuoi campare devi cancellare titoli e esperienze dal curriculum e sperare che chi ti fa il colloquio non capisca che hai un cervello che ti possa far inquadrare tra i "potenziali rompiballe".
Se poi vieni preso flessibilità significa essere sermpre disponibile alle esigenze dell'azienda, a coprire i buchi del personale che servirebbe ma non viene assunto, significa fare i salti mortali per adeguare la tua vita agli orari che ti vengono cambiati il giorno prima. Straordinari che ti vengono richiesti in settimana e nei week end, ma grazie alle magie povere dell'azienda spariscono puntualmente dalla busta paga (anche perchè le persone che poi controllano relamente le ore in busta sono meno di quanto si pensi).
La flessibilità è un'arma che se è in mano ad un'azienda corretta e onesta può rivelarsi una risorsa, in mano a qualche cialtrone può essere l'ennesima arma con cui fare fessi e mazziati i lavoratori delle fasce più deboli, tenendoli inoltre per le palle con contratti a tempo determinato!
Flessibilità in questo caso significa che se non sei brava a piegarti mentre di fai in 4, rischi di spezzare qualcosa. La tua vita, la tua famiglia, il tuo equilibrio, la tua dignità di persona.

Cosa fatta capo a..
Il sindacato è morto, viva il sindacato!


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