Fonte fotoQuante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase: "Il lavoro c'è, basta sapersi accontentare".
Forse non è proprio così ma, vero è, che
da un recente studio commissionato da confartigianato risulta che per il 2010 è stato ed è difficile per le aziende reperire più del 25% delle figure professionali come, falegnami, installatori di infissi, cuochi, pasticceri, sarti.
Mi viene da pensare che ormai certi tipi di impiego siano bistrattati da chi si affaccia al mondo del lavoro perchè ingiustamente considerati di basso profilo, oppure perchè si è persa la cultura della formazione professionale come c'era una volta. Anni fa si usava andare "a bottega", ad esempio, c'era l'artigiano che si prendeva il ragazzino sotto l'ala e gli insegnava il mestiere, un vero e proprio apprendistato, magari meno regolamentato di quanto lo sia adesso ma sicuramente efficace creatore di professionalità.
Mi sembra abbastanza evidente che in troppi vogliano fare gli ingegneri edili e nessuno il carpentiere, in tanti aspirino a diventare architetti e pochissimi falegnami, tutti medici ma chi lo vuole fare l'infermiere?
Non so ora, ma quando andavo a scuola io, parliamo di 20 anni fa, esistevano una mirade di istituti professionali che permettevano di intraprendere carriere artigiane, ora non so, anche a fronte delle ultime riforme che cosa proponga il panorama scolastico. Sta di fatto che se il mondo del lavoro è in crisi e la possibilità di collocazione in determinati settori è satura sarebbe il caso di aggiustare il tiro in qualche modo, favorendo i giovani orientandoli verso orizzonti ed indirizzi più variegati.
Sono un'ingenua forse?
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