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venerdì 20 giugno 2008

Il collega sbragamutande

Di Trippi

Stamattina intercetto la chiamata “privata” per un dipendente della società per la quale lavoro che è noto per la rapidita con cui cala i pantaloni con le colleghe. Da qui il nomignolo affettuoso sbragamutande. La signora chiede di poter parlare con Mr S, una chiamata di tipo privato, per motivi personali. Mr S mi risponde che sa che la signora sta provando a contattarlo, ma al momento è impegnato in una riunione, davvero molto impegnato, chiede perciò scusa, ma è occupato in una questione molto, troppo importante. Riferisco alla signora che mi chiede se può ricordare il proprio numero di telefono e io, per evitare di fare danni, la argino con un “Signora, magari provi nuovamente più tardi”. Tra le ragazze che lavorano qui da un pezzo e quelle che ci sono passate circolano storie su quest’uomo che ormai sono entrate nel mito, diventate leggenda. Tra tutte quella che riguarda due receptionist che se lo dividevano da brave amiche una sera ciascuna, confrontandosi poi su prestazioni e risultati. Ne circola un’altra su un suo arrivo a casa della “fortunata” di turno in ritardo sull’appuntamento, direttamente dall’ufficio, con addosso un profumino di umanità tra il disgustoso e il ributtante.
La stessa Chica, pochi giorni fa ha raccontato come persino l’ultima stagista arrivata, in odor di carriera prima di passare davanti al suo ufficio-acquario tira su le tette e il sedere.
Quando la fama ti precede…
D’altra parte il posto di lavoro, come ho raccontato altrove stimola voglie insospettabili anche in persone che altrove e altrimenti dormono o si dedicano a altro. Così mi raccontava una mia ex frequentazione particolarmente dedita al giardinaggio da ufficio di alcune colleghe sposate che gli zompavano addosso tra una riunione e un’altra o tentavano di abbassargli i pantaloni nei momenti più impensabili o meno opportuni così d’amblè magari tentando di abbordarli con la sola protezione di una scrivania (e poi dicono che sono gli uomini ad amare il rischio!). Un mio ex capo quando andavamo in trasferta a Roma mi indicava le persone con cui mi aveva raccontato di avere sollazzato il suo solitario e vedovello augello! Attese poi la chiusura del programma per “ingropparsi in uno stanzino” la stageuse bresciana di notevole grazia, bellezza e altezza. Il virgolettato non è mio, l’ho preso in prestito da quello che ai tempi era il fidanzato della signorina e aveva capito da subito come sarebbe andata a finire!

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