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mercoledì 18 giugno 2008

Paradox, parasex e paracul


Di Trippi

Che dire gente, quando mi girano mi girano, non sopporto l’ipocrisia e quando viene ostentata come minimo mi sale un rigurgito, mi si risveglia l’esofago e anche l’ulcera. Questo pomeriggio, mentre faccio un girin giretto di dolce far niente su internet, alla ricerca di nuovi spunti per l’altro blog che gestiamo, vedo questo articoletto sui sex toys insospettabili, cioè oggettini erotici per donne camuffati da giocattolini innocenti che non ti fanno vergognare se ti cade la borsetta per terra sparpagliando tutto il suo contenuto: dal bruchino che ti stimola il punto g alla palletta che nonostante un brain storming con Chica Mala ancora non ho ben capito a che serve!
Il salto da una pagina all’altra del sito è d’obbligo e mi ritrovo al settore “visita ai sexy shop per sole donne”, in cui ci si chiede se e quando crei imbarazzo. Ci sono testimonianze che parlano più che altro di negozi all’estero e da li a cercare su internet maggiori dettagli su una catena tedesca il passo è breve. Anche perché non più tardi di una settimana fa con il Dottor Stranamore abbiamo ipotizzato di investire i suoi soldi in una boutique di oggettistica erotica al femminile “No Doc, non parlo di un Sexy shop, parlo di una boutique del sesso, in cui ti arriva la lesbo chic come la prof del liceo, parlo di vetrine che possono affacciarsi in Via Montenapoleone, dove non si vendono fallacci giganti che puzzano di plastica, ma oggettini di design che fanno divertire le signore, dei massaggiatori capisci? Non ti parlo di dilti di gomma, ma di gadget di cachemire che stimolano clitoride & Co!”.
Il mio amico che ovviamente non è un dottore, ma un mio ex collega dei tempi in cui lavoravo per una tv all news satellitare, un montatore di servizi di tg che per le sue inclinazioni e frequentazioni è il mio sacro guru su tutto quanto riguarda il sesso e i suoi annessi e connessi, mi ha smontato dapprima l’idea dell’apertura di una sauna frocia a Milano per due ottimi motivi:
il settore è saturo,
sono una donna e si sentirebbe il mio odore a chilometri di distanza creando fastidio e disgusto nei potenziali clienti.
Ma non divaghiamo, altrimenti mi rubate le idee commerciali! Mi viene la curiosità di documentarmi meglio su questi negozi all’estero e mi attivo con la ricerca per vedere i siti, per una ricerca di marketing ovviamente, che avete capito? E non vengo bloccata dal server del lavoro? Mi compare una scritta a caratteri cubitali “Questo è un sito a carattere pornografico, le policy aziendali.. blabla bla bla, se dovete visitare questo sito per motivi di lavoro contattate via e-mail chi gestisce la proxy, segue indirizzo di posta elettronica”. Per lavoro? Si è per lavoro, ma quello futuro, non questo attuale, ma poi mi dico esageraaati! Le persone che hanno deciso di bollare questi contenuti come pornografici sono gli stessi che rincorrono qualsiasi cosa cha sia vagamente di sesso femminile con scopi non propriamente professionali? Sono gli stessi che assumono gnoccolone tirate fuori per i capelli da uno spot pubblicitario che non conoscono neanche l’ABC di internet di word e neanche immaginano che si possano creare cartelle per classificare gli argomenti?
Ma questo non è un paradosso, questa è paraculaggine!






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