Di Trippi
Avevo già accennato al fenomeno tempo fa , ma in giorni di europei che c’è meglio di questo termine calcistico per definire l’attività con cui le aziende rimpallano i clienti di telefonata in telefonata, di forma comunicativa in forma comunicativa fino a esasperarlo e farlo rassegnare all’evidenza: è tutto tempo perso, anzi tempo guadagnato per chi ha rifilato il servizio!
Per quanto il cliente, anzi l’utente si sforzi, prima che riesca a trovare una voce umana e non preregistrata dall’altro capo del filo, riesca ad avere un’informazione utile fornita da persona competente dovrà tentare perlomeno un mese, per essere preso in considerazione poi, dovrà farsi venire il cimurro o la rabbia minacciando con la schiuma alla bocca l’intervento di Striscia la notizia, Le Iene, Mi manda Raitre, del proprio avvocato, dell’esercito, della cavalleria o del vaticano. Ma tutto questo calvario rischia di rivelarsi l’inizio della fine, uno dei pallini del simbolo dell’infinito perché finchè il poveraccio non si decide a sollevare sul serio la voce e a inscenare sceneggiate tali da far sembrare il povero Mario Merola un principiante, non potrà dirsi realmente libero. Per risolvere dovrà incatenarsi nella reception della sede dell’azienda o picchettare il suo aguzzino con cartelli in mano!!
Negli ultimi giorni queste disavventure sono capitate a:
• Una signora conosciuta alla festa di compleanno della nipotina, voleva semplicemente il rimborso di un orologio difettoso, valore 20 euro!! Ha dovuto fare una piazzata di fronte all’ufficio informazioni del centro commerciale che le aveva rifilato il bidone e si rifiutava si sostituirle il pezzo perché l’aveva acquistato 15 giorni prima! Non appena ha alzato il tono della voce non solo le hanno restituito i soldi, ma volevano pure darle un buono acquisto! Robe da matti.
• Un collega della vigilanza mi racconta la sua crociata con una società finanziaria per bloccare una carta di credito revolving. Mi dice che continua a rimbalzare da un operatore all’altro del call center, nessuno che dica la stessa cosa, ma tutto e il contrario di tutto. La cifra dovuta per un prestitino ridicolo sta lievitando al punto che è tentato di usare il suo revolver!!
• Sempre alla festa di compleanno della nipotina (si lo so, c’era il mondo e dintorni, tra l’altro la festa si è svolta a 150 km di distanza.. la bambina ha compiuto un anno, mi chiedo che succederà al matrimonio!!) un tizio mi ha raccontato le sue peripezie, ben lontano dal risolversi, con due compagnie di telefonia mobile con cui ha tentato un passaggio tenendo lo stesso numero di telefono, la cosiddetta portabilità. Un incubo! La prima compagnia, quella storica, non cede il numero, la seconda ha iniziato a fatturargli il canone nonostante lui non abbia ancora iniziato a usare il numero! Oltre al danno la beffa, la seconda compagnia telefonica infatti, gli addebita anche il costo delle chiamate al servizio assistenza.
• Ma le fregature non vengono solo da imprese private il cui scopo è il lucro, l’ultimo pacco viene da chi riscuote i tributi regionali per la Lombardia. Stanno contattando gli automobilisti per chiedere che venga pagato il bollo degli anni 2005-2006 quando non è stato fatto e di certificare l’avvenuto pagamento quando questo fosse avvenuto. Per le comunicazioni si può contattare il call center o inviare un fax. Entrambi i servizi, guarda caso, sono a pagamento. Il fax? Perennemente occupato! Il call center? Tempi d’attesa da perenne a infinito. E intanto, l’utente paga!
Avevo già accennato al fenomeno tempo fa , ma in giorni di europei che c’è meglio di questo termine calcistico per definire l’attività con cui le aziende rimpallano i clienti di telefonata in telefonata, di forma comunicativa in forma comunicativa fino a esasperarlo e farlo rassegnare all’evidenza: è tutto tempo perso, anzi tempo guadagnato per chi ha rifilato il servizio!
Per quanto il cliente, anzi l’utente si sforzi, prima che riesca a trovare una voce umana e non preregistrata dall’altro capo del filo, riesca ad avere un’informazione utile fornita da persona competente dovrà tentare perlomeno un mese, per essere preso in considerazione poi, dovrà farsi venire il cimurro o la rabbia minacciando con la schiuma alla bocca l’intervento di Striscia la notizia, Le Iene, Mi manda Raitre, del proprio avvocato, dell’esercito, della cavalleria o del vaticano. Ma tutto questo calvario rischia di rivelarsi l’inizio della fine, uno dei pallini del simbolo dell’infinito perché finchè il poveraccio non si decide a sollevare sul serio la voce e a inscenare sceneggiate tali da far sembrare il povero Mario Merola un principiante, non potrà dirsi realmente libero. Per risolvere dovrà incatenarsi nella reception della sede dell’azienda o picchettare il suo aguzzino con cartelli in mano!!
Negli ultimi giorni queste disavventure sono capitate a:
• Una signora conosciuta alla festa di compleanno della nipotina, voleva semplicemente il rimborso di un orologio difettoso, valore 20 euro!! Ha dovuto fare una piazzata di fronte all’ufficio informazioni del centro commerciale che le aveva rifilato il bidone e si rifiutava si sostituirle il pezzo perché l’aveva acquistato 15 giorni prima! Non appena ha alzato il tono della voce non solo le hanno restituito i soldi, ma volevano pure darle un buono acquisto! Robe da matti.
• Un collega della vigilanza mi racconta la sua crociata con una società finanziaria per bloccare una carta di credito revolving. Mi dice che continua a rimbalzare da un operatore all’altro del call center, nessuno che dica la stessa cosa, ma tutto e il contrario di tutto. La cifra dovuta per un prestitino ridicolo sta lievitando al punto che è tentato di usare il suo revolver!!
• Sempre alla festa di compleanno della nipotina (si lo so, c’era il mondo e dintorni, tra l’altro la festa si è svolta a 150 km di distanza.. la bambina ha compiuto un anno, mi chiedo che succederà al matrimonio!!) un tizio mi ha raccontato le sue peripezie, ben lontano dal risolversi, con due compagnie di telefonia mobile con cui ha tentato un passaggio tenendo lo stesso numero di telefono, la cosiddetta portabilità. Un incubo! La prima compagnia, quella storica, non cede il numero, la seconda ha iniziato a fatturargli il canone nonostante lui non abbia ancora iniziato a usare il numero! Oltre al danno la beffa, la seconda compagnia telefonica infatti, gli addebita anche il costo delle chiamate al servizio assistenza.
• Ma le fregature non vengono solo da imprese private il cui scopo è il lucro, l’ultimo pacco viene da chi riscuote i tributi regionali per la Lombardia. Stanno contattando gli automobilisti per chiedere che venga pagato il bollo degli anni 2005-2006 quando non è stato fatto e di certificare l’avvenuto pagamento quando questo fosse avvenuto. Per le comunicazioni si può contattare il call center o inviare un fax. Entrambi i servizi, guarda caso, sono a pagamento. Il fax? Perennemente occupato! Il call center? Tempi d’attesa da perenne a infinito. E intanto, l’utente paga!
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