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sabato 7 giugno 2008

OUTSOURCING (sembra una parolaccia!)


http://it.wikipedia.org/wiki/Outsourcing

Questa parola inglese tradotta in italiano significa letteralmente "approvvigionamento esterno", è termine usato in economia per riferirsi genericamente alle pratiche adottate dalle imprese di esternalizzare alcune fasi del processo produttivo, cioè ricorrere ad altre imprese per il loro svolgimento.

Per la verità mi piace molto di più la definizione data da Beppe Severgnini nel suo ultimo libro: Outsourcing:“finalmente abbiamo trovato il modo di non pagare tutti quei contributi!”, tornando ad una parvenza di serietà vorrei, nel mio modo un po’ maccheronico di vedere le cose, fare un’umile analisi del fenomeno.

L’outsourcing è la soluzione che l’azienda usa affidando a terzi intere funzioni o processi aziendali non cruciali per il business. Esempi lampanti sono i servizi di Information Technology (servizi informatici), tutti i servizi utili per i rapporti con i clienti, la gestione delle risorse umane, di consulenza, la digitazione di documenti cartacei e come nel mio settore tutto ciò che riguarda i servizi al personale, ad esempio vigilanza, portierato, reception/centralino, pulizie, gestione sistemi di sicurezza.

Grandi benefici per tutte quelle società che decidono di non occuparsi direttamente di funzioni secondarie, possono infatti concentrarsi sul CORE BUSINESS ovvero sull’oggetto primario per la vita e lo sviluppo degli affari, senza tralasciare poi un aspetto decisamente importante: un notevole contenimento dei costi, perché si sa, una delle voci che grava di più sui bilanci di fine anno e quella relativa ai “costi del lavoro”. Ed è proprio qui che volevo arrivare.
Se è innegabile il fatto che questa sia una soluzione decisamente strategica per mantenere sana un azienda in termini di gestione è anche vero che il sempre più dilagante fenomeno ha generato un esercito di lavoratori sottopagati, con un potere sindacale a dir poco ridicolo e, cosa importante, mano d’opera per niente specializzata e demotivata.

Facciamo qualche esempio:
-Una grande multinazionale affida i servizi IT, tramite regolare gara d’appalto, ad un colosso del settore che, a sua volta, affida in subappalto a una società minore la parte help desk. Chiaramente, con questo passaggio, e dovendo mantenere un margine utile lordo decente, è quasi impossibile offrire una squadra di tecnici iperspecializzati e con un CV impeccabile, bisognerebbe remunerarla profumatamente, quindi che succede? Su dieci tecnici uno è altamente referenziato, gli altri nove sono ragazzi giovani, con poca esperienza, insoddisfatti del magro stipendio che tendono a tirare fine giornata (per carità non sono tutti così). Risultato: La multinazionale ha risparmiato ma riceve un servizio non all’altezza dello standard promesso in fase di contrattazione.
-Sempre la solita Multinazionale che affida con una gara d’appalto i servizi di Facility (tutti quelle attività rivolte al personale come manutenzione stabili, pulizie, vigilanza, spedizioni, etc.). Lo scenario identico al precedente, contratti ridotti all’osso, margini vergognosi e di conseguenza dipendenti sotto pagati. Come può una società multiservice offire operatori di bella presenza, poliglotti, cultura universitaria e fatturare 12 euro l’ora alla committenza? Ve lo dico io come fa, assume persone assolutamente incompetenti e prive di esperienza e le paga 800 euro al mese. L’appalto dura da Natale a S. Stefano e la brava multinazionale deve mobilitare uno stuolo di manager per organizzare un nuovo bando di gara.
-Poi, non ultimo per importanza, il mondo dei call center. I costi di questa tipologia di personale con le ultime norme di Legge sono aumentati dell’70-80% allora cosa si fa, tutta la gestione del cliente a partire dall’acquisizione fino ad arrivare al recupero dei crediti viene esternalizzata in unico pacchetto. Provate a chiamare un numero verde e scoprirete che per quei pochi operatori che svolgono con abnegazione il loro compito ce ne sono centinaia di altri che non sanno nemmeno cosa hanno mangiato la sera prima.

Mi rendo conto di parlare da lavoratrice vittima del sistema dell’outsourcing, innegabilmente frustrata, delusa e insoddisfatta ma, obbiettivamente, tutto questo beneficio goduto da pochi vale davvero il totale impoverimento della professionalità?

E’ probabile che le società conoscano alla perfezione questi meccanismi e le prospettive di risparmio in contrapposizione alla possibilità di ricevere servizi scadenti siano largamente calcolate. Il risparmio, i possibili guadagni, lo sviluppo esponenziale del business non si possono fermare davanti all’impoverimento delle menti e dei portafogli dei lavoratori.

Fino a quando.. forse… nessuno avrà più i soldi per acquistare i loro prodotti….

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