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venerdì 6 giugno 2008

La sua soddisfazione è il nostro miglior premio

“Cara Chica, siamo in una situazione di emergenza e, insomma, dovresti fermarti fino alle 20.00 e fare tu la chiusura al lavoro”.

“Cara Chica, sei la coordinatrice di un servizio importante, devi dare il buon esempio, dovresti lavorare sabato, magari qualche ora anche la domenica perché tutti gli altri si sentirebbero spronati maggiormente a fare altrettanto”.



Questo mi sento dire dai miei superiori ormai sempre più spesso.

Non che mi pesi fare qualche ora di straordinario, per carità! e poi l’ho sempre detto che lavorare mi piace e tutto sommato in quello che faccio metto impegno e la giusta dose di passione poi, con il tanto decantato intervento del nuovo governo in materia di detassazione mi sono fatta due conti in tasca e non nascondo di essermi fregata un po’ le mani. Ho anche pensato alla mi amica Mentirosa che per arrotondare sacrifica le serate del sabato e della domenica in pizzeria a servire ai tavoli, lei come tanti altri ragazzi che hanno bisogno di sbarcare il lunario, sotto questo aspetto sono fortunata, continuo a ragionare, faccio un lavoro che conosco alla perfezione, tutto sommato poco stressante, seduta davanti ad un pc e soprattutto non sono pagata in nero.

Oggi però mi capita tra le mani una copia di “Economy” del 28 maggio e a pag 109 trovo un articolo che parla proprio di questo:

Il D. Lgs. 66/2003, che disciplina l’orario di lavoro parla chiaro, l’orario normale è stabilito in 40 ore settimanali quindi il “lavoro straordinario” è quello prestato oltre l’orario normale. Su questo non ci piove ma, mettiamo il caso che io lavorassi tre ore in più lunedì e martedì il mio capo mi facesse uscire tre ore prima dall’ufficio a conti fatti io avrei lavorato sempre 40 ore. Il mio sacrificio, quello di fermarmi per ben tre ore sarebbe del tutto vano.

Inoltre l’azienda può chiedermi lo straordinario con un tetto massimo di 250 ore l’anno, previo il mio consenso; peraltro può ricorrere a questo sistema solo -
• in caso di esigenze tecnico produttive eccezionali non colmabili con l’assunzione di altri lavoratori;
• in caso di forza maggiore;
• quando la mancata prestazione di lavoro mette in pericolo o procura un danno alle persone o alla produzione;
• per eventi particolari quali mostre, fiere, ecc.

C’è un’altra cosa importate da valutare, cioè che il tetto massimo da non superare è quello di 48 ore nell’arco di 7 giorni (compresi gli straordinari ovviamente); in più la durata media delle ipotizzate situazioni eccezionali non deve essere superiore ai 4 mesi.

A questo punto, se dovessi superare le 48 ore settimanali nonchè tutti i limiti stabiliti dal Legislatore, godrei ancora dell’indennità da poco introdotta? Ora ho le idee un po’ confuse, non vorrei mai ammazzarmi di lavoro immolandomi per una causa non mia e ritrovarmi alla fine cornuta e mazziata!

Se così fosse (ma il dubbio è ormai instillato), la mia cara azienda votata al risparmio e perennemente sottostaffata, ad un certo punto farà a meno di me dopo le canoniche 40 ore..eh già..perchè potrei essere in una pizzeria o in un pub o al guardaroba di una discoteca, a guadagnare 50 onesti euri “esentasse”.

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