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mercoledì 11 giugno 2008

Le solite tresche in ufficio


Di Chica Mala

Questa mattina arrivo in ufficio, come al solito mezz’ora prima e appena varco la soglia della reception le mie colleghe mi sorridono con aria maliziosa.

Io chiedo loro “cosa c’è?” “cosa è successo?” e loro mi raccontano qualcosa in merito a una delle fanciulle che lavora con me, data per dispersa da lunedì scorso: era al bar di fronte a fare colazione con una delle guardie giurate del nostro istituto di vigilanza.

La signorina in questione è, a detta sua fidanzata fedelissima, lui è altrettanto impegnato ma questa simpatia (mmm.. qualcosa di più) va avanti ormai da tempo e i conti non tornano.

Trippi ha spiegato bene altrove, cosa sta succedendo nella testa della ragazza, il classico tipo di persona fatta di certezze e straconvinta di essere sempre nel giusto (l’avevamo soprannominata burqa per il suo integralismo morale). Nel momento in cui i suoi capisaldi hanno cominciato a vacillare ha anche maturato l’idea di non venire più al lavoro, pensando così di sfuggire a ciò che la sua mente (e il suo corpo aggiungerei) invece la portano a sentire.

Venerdì scorso mi aveva manifestato l’intenzione di dimettersi, mi precipito da lei e dopo un’ora di colloquio mi convinco di averla dissuasa ma, al rientro dal week end non si presenta in ufficio, non manda certificato di malattia, non invia lettera di dimissioni.

Vorrei a questo punto fare delle riflessioni del tutto personali su questa storia:

Visto e considerato che il colloquio lo feci io e trovai il suo curriculum interessante, mi piacque immediatamente per i suoi modi gentili, per la mitezza e per la spigliatezza, vorrei dire, con il senno di poi che:

a) con tutta probabilità sono totalmente negata per la selezione del personale;

b) propongo di introdurre come prassi la perizia psichiatrica prima dell’assunzione;

c) propongo di somministrare, ai soggetti repressi e pseudo bigotti il bromuro prima di arrivare sul posto di lavoro, altrimenti fanno danni a se stessi e agli altri.


Ognuno ha il suo modo di gestire le questioni emotive ma, addirittura scappare dal posto di lavoro, così, senza una spiegazione, non lo trovo corretto, né nei confronti dei colleghi né del datore di lavoro tanto meno verso la propria persona.


Mi sento di dire un'ultima cosa: se questa ragazza fugge dal lavoro per non sottomettersi alle tentazioni, quindi per non tradire il suo fidanzato perfetto, che ci faceva al bar proprio con l'agitatore dei suoi sensi? e poi, un fidanzato che davanti ad estranei, alla sua richiesta di un gesto amorevole le risponde "non rompere, è già tanto che non ti scorreggio addosso", un paio di cornini, se non addirittura un paio di ceffoni non seli merita? SUVVIA!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

anche un paio di calci in culo....anche se UN PAIO, di qualunque cosa si tratti, è sempre poco....

pytta

Unknown ha detto...

che zerbino!!!!

Anonimo ha detto...

chica ma che persona è questa??!! sia lui che lei, non è che stanno troppo bene
p.s.come sei simpatica in divisa!

Anonimo ha detto...

La persona è fondamentalmente confusa ed è finita in una situazione mooolto più grande di lei, l'hanno protetta conuna campana di vetro, un vetro che è andato in frantumi non appena catapultata nel mondo reale fatto di incotnri e scontri con lrealtà preconfezionate!! Occhi benvenuta in questi lidi!! Torna ancora ora che ci hai scoperte!! ;-) Scusa se non ti rispondo nel tuo blog o in molto rumore per nulla, abbiamo qualche problemino di proxy!!

Unknown ha detto...

Occhi: ben approdata anche da parte mia :)
quella di cui parliamo è una persona, come dice giustamente Trippi che si è trovata all'improvviso fuori dalla "campana"

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